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Liquori e distillati antichi alla Certosa di Firenze

Gusti genuini che permettono di fare un tuffo nel passato riscoprendo la semplicità di un mondo quasi scomparso

Liquori e distillati antichi alla Certosa di Firenze

Un antico monastero cistercense, ricette segrete del 1300, erbe officinali, silenzio.

Sono questi gli ingredienti che si trovano nei profumi e nel gusto dei liquori distillati nella suggestiva Certosa, sulle colline toscane, alle porte di Firenze.

L’importante complesso monastico, sulla cima del Monte Acuto, fu voluto nel 1300 da Niccolò Acciaioli, personaggio di spicco di una delle più ricche famiglie di banchieri di Firenze.

Prende il nome dall’Ordine dei Certosini, fondato in Francia nell’XI secolo, al centro di una valle profonda che ancora oggi colpisce per la bellezza che esprime.

Da allora tutte le fondazioni dell’Ordine furono chiamate Certose e sorsero in luoghi lontani dai centri abitati, per sottolineare l’ideale della vita monastica, a metà strada tra la clausura e la vita di comunità.

Nel 1958 i Certosini dovettero lasciare il monastero, e arrivarono i Cistercensi.

Dal 1997 la cura della Certosa è affidata alla comunità di San Leolino, composta da sacerdoti e laici.

Il fascino del luogo è incomparabile e colpisce l’animo, anche se ci si ferma solo per il breve tempo di una visita nei diversi edifici che lo compongono: chiostro, pinacoteca, chiesa, oratorio, cripta, torre dell’orologio.

Ogni ambiente racconta la storia che è passata tra le pietre, lasciando opere d’arte, come i preziosi affreschi e le delicate colonne.

Chi vuole può decidere di soggiornare nella recente foresteria, per ritrovare il proprio spazio, scandito dai ritmi della preghiera e della liturgia.

Come in tutti i monasteri certosini, anche alla Certosa di Firenze vengono prodotti liquori e distillati straordinari, realizzati seguendo le antiche ricette degli speziali del medioevo che li preparavano esclusivamente per i monaci del convento.

Visto l’apprezzamento dimostrato dai pellegrini e dai visitatori di passaggio, i religiosi decisero di renderli disponibili nella loro bottega, ma ancora oggi la produzione è piuttosto limitata. 

Le vinacce provengono dal Chianti e sono selezionate attentamente.

La lavorazione avviene nella Distilleria, un autentico gioiello rimasto praticamente intatto dalla sua fondazione.

Tutto viene svolto come un tempo, ricalcando fedelmente l’arte liquoristica dei decenni passati.

Il distillatore è ancora quello a legna, con due alambicchi di rame e il liquido prodotto viene lasciato riposare a lungo per ottenere la stagionatura adeguata a cui seguirà l'aromatizzazione con erbe e spezie diverse per i vari tipi di liquore: brandy, alchermes, sambuca, amari e le leggendarie Gocce Imperiali.

Il più celebre è il Liquore Certosa, ma buona parte della produzione è riservata alle acqueviti con la Grappa bianca, robusta, forte e secca come quelle di una volta e il Brandy  aromatico e di lungo invecchiamento che avviene in piccole botti di rovere nelle cantine del convento.

Diversi anche gli amari creati con l’infusione di erbe e radici rigorosamente coltivate nel monastero, come l’Elisir di San Bernardo, di gradazione modesta, con un gusto morbido, simile agli amari moderni.

La particolarità della produzione della Certosa di Firenze sta proprio nel fatto che i monaci sono riusciti a preservare praticamente intatta la piccola Distilleria, mantenendo nel tempo un processo produttivo tradizionale e artigianale che affonda le radici nei secoli scorsi.

Gli ingredienti locali e la realizzazione scrupolosa delle ricette originali ne garantiscono l’elevata qualità.

Gusti genuini e antichi che permettono di fare un tuffo nel passato riscoprendo la semplicità di un mondo quasi scomparso.  

“Dedicarsi a Dio non è fuggire dalla vita o dalla realtà. È amare la vita, ma con lo sguardo di Dio", un Certosino  

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Autore: M. N. megazine@megmarket.it