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Cachi, la dolce bontà autunnale

Ricco di vitamine A e C rinforza le difese immunitaria

Cachi, la dolce bontà autunnale

Il suo nome originale è Diospoyros kaki, che signifca cibo degli dei e la forma corretta è cachi che si usa sia al singolare che al plurale per indicare sia il frutto che la pianta. Nella dizione popolare però è di uso comune il termine caco.

Questo frutto, tipico della stagione autunnale e invernale, ha numerose proprietà benefiche e un colore che porta subito allegria in tavola Appartiene alla famiglia delle Ebenaceae e arrivò in  Europa dalla Cina alla fine del XVII secolo.

Nel paese del Sol Levante prende il nome di “mela d’Oriente”, definito anche “albero delle sette virtù” che sono: lunga vita (le piante di cachi possono vivere anche mezzo secolo), grande ombra, assenza di nidi fra i suoi rami, inattaccabilità da parte dei tarli, possibilità di giocare con le sue foglie indurite dal ghiaccio, ricchezza in sostanze concimanti per il terreno e la settima virtù è data dal bel fuoco che fornisce.

Inizialmente la pianta del cachi veniva utilizzata a scopo prettamente ornamentale e dobbiamo attendere gli inizi del Novecento per incontrare le prime coltivazioni italiane adatte al consumo. Ne esistono diverse varietà, le più comuni sono: Loto di Romanga e Vaniglia Napoletano.

Al momento della raccolta (tra metà ottobre e i primi di novembre) quando i frutti hanno un colore giallo-arancione e polpa ancora dura, i cachi non sono ancora pronti per esse consumati, la maturazione avviene a frutto già colto quando il colore diventa arancione intenso.

ll cachi o kaki è un ottimo frutto da consumare durante la stagione fredda perché è ricco di carotenoidi (vitamina A) e vitamina C che rendono più forti le nostre difese immunitarie. Contiene 65 calorie ogni 100 grammi.