Interviste

Carlo Gambino: "La montagna del Garda, sfida da cogliere e vivere"

La passione per il territorio, l'impegno per valorizzare il turismo e lo sport con un monito: "Venite qui, si sta meglio"

Carlo Gambino: "La montagna del Garda, sfida da cogliere e vivere"

Carlo Gambino è un giovane agrotecnico con una bella esperienza amministrativa. Ha un grande amore per il suo Comune e verso la montagna del Lago di Garda dove vive.

Una persona semplice, con un bel piglio determinato verso le cose che vuole fare.

E il sogno di contribuire ogni giorno a aggiungere una mattonella nella "direzione autenticità" di cui oggi più di sempre se ne sente il bisogno.

Carlo, come nasce la sua passione che l’ha messa da diversi anni al servizio del territorio?  

Nasce a San Zeno di Montagna, paese in cui sono cresciuto e tuttora risiedo e dove fin da piccolo, giocando tra i boschi e le contrade. Rimanevo ogni volta stupito dagli scorci straordinari. Ricordi e emozioni che mi hanno sempre spinto a ideare progetti che abbiano al centro il benessere di chi vive questo ambiente. Dobbiamo essere consapevoli che bisogna guardare al futuro con determinazione, favorendo politiche pubbliche che sappiano coniugare innovazione e sostenibilità ambientale, mettendo al centro l’uomo visto non come entità singola ma come famiglia. La comunità deve ritornare a vivere gli spazi che la natura offre ed è per questo che l’attenzione alle nuove discipline all’aria aperta deve essere sempre maggiore.   

Quello del Baldo Garda è un territorio straordinario ricco di opportunità per i turisti, sia naturalistiche che sportive. Quali sono le experience imperdibili per un turista?

Sicuramente uno dei migliori in Italia per le experience all’aria aperta. Il Lago di Garda e il suo entroterra offrono numerose opportunità sia per i turisti sia per chi sceglie di venire a viverci. Il Baldo Garda offre strutture ricettive per tutte le esigenze, parchi tematici e ristorazione di qualità con l’attenzione alle materie prime provenienti dal territorio. Il Baldo esplode di colori e peculiarità in ogni sua stagione. Denominato l’Hortus Europae è sicuramente uno dei siti più importanti al mondo per la varietà di specie floreali, molte di queste endemiche. Il visitatore attraverso i numerosi sentieri o scegliendo le diverse discipline di outdoor (MBK, Trekking, nordic walking, parapendio, e-bike, arrampicata) può dedicarsi alla scoperta di questo stupendo territorio. Ogni scorcio ed ogni sentiero offrono, infatti, qualcosa di spettacolare, perciò consiglio sempre di dedicare alcuni giorni per visitare sia la parte alta del Baldo ovvero le creste sia la parte pedemontana, percorrendo quei sentieri che collegano i paesini e i borghi più rurali del nostro entroterra.  

Lei è stato il fautore di un progetto di sport outdoor per tutti con a capo l’Unione Montana che ha cofinanziamento l’iniziativa assieme al GAL  Baldo Lessinia. In cosa consiste esattamente?  

Un progetto che nasce in stretta collaborazione con il GAL Baldo Lessinia, nell’ottica di attirare fondi strutturali per progetti intercomunali al fine di sistemare i sentieri che si snodano tra gli 11 comuni dell’area Baldo Garda. A visitare il nostro territorio vogliamo portarci le famiglie, non solo gli esperti o gli amanti delle discipline di outdoor. Per facilitare questa prerogativa abbiamo individuato tre semplici vie strategiche: il sentiero del pellegrino (o sentier de Mess) che attraversa da nord a sud la fascia pedemontana del Baldo, il sentiero che porta in vetta e attraversa il Monte Baldo e il conseguente collegamento tra la Valdadige e le colline Moreniche. In questo periodo stiamo ultimando il collegamento tra San Zeno di Montagna e Prada; un sentiero che finalmente riuscirà a collegare, evitando strade asfaltate, chi arriva in bici dal Lago con la vetta del Monte Baldo. La sistemazione di queste importanti vie strategiche ha due funzioni principali: la prima quella di renderli fruibili alle famiglie che potranno percorrerli facilmente in bicicletta; la seconda è quella di collegare questi sentieri con i punti di interesse naturalistico, sportivo e enogastronomico. L’Unione Montana del Baldo Garda, inoltre, a questo proposito, sta creando una serie di strumenti digitali che permetteranno al visitatore di avere un quadro generale e unico per scoprire nuove realtà all’insegna dell’outdoor, della natura e dei prodotti del territorio.  

Oltre allo sport non manca però la buona tavola nella sua zona. Quali sono prodotti locali migliori?   

Olio, vino, marroni, formaggi, salumi, tartufi, erbe spontanee, cacciagione e pesce: questi sono i prodotti che la nostra terra ci offre e che i nostri ristoratori trasformano in piatti innovativi dal sapore antico. Ogni stagione ha il suo prodotto principe. Abbiamo appena degustato il Marrone DOP di San Zeno di Montagna e le sue varianti in cucina. Ora ci prepariamo a assaggiare l’olio del Garda e i suoi piatti.  

E i prodotti locali migliori?  

Ogni periodo ha il suo piatto: in primavera sicuramente i piatti con le erbe spontanee sono una riscoperta di sapori dimenticati; in estate il pesce e le verdure; in autunno i tartufi, i funghi, l’olio nuovo e il marrone DOP di San Zeno di Montagna e in inverno i salumi e i bolliti. Prodotti che i ristoranti della zona sanno trasformare in piatti stupendi, basta pensare al minestrone di Marroni DOP o ai piatti con l’olio del Garda che in questo periodo si trovano sulle tavole dei nostri ristoranti.  

Lei sta facendo diverse iniziative anche di aggregazione. Che spazi trovano oggi i giovani a San Zeno di Montagna e dintorni?  

In questo periodo storico, e non mi riferisco solamente alla pandemia COVID-19, è importante aiutare e aiutarci a vicenda per trasmettere l’amore per la propria terra e per le nostre tradizioni. Per fortuna nella nostra zona molti giovani restano legati alla terra, alle sue tradizioni millenarie e a quel vivere rurale che fino a qualche decennio fa era il modo più naturale per vivere e che oggi rappresenta una piccola riscoperta. Rivalutare la terra e il vivere rurale, non vuol dire tornare indietro ma incentivare nuove economie. Lo sviluppo del territorio e delle sue politiche pubbliche passa sicuramente da questi temi, per questo noi amministratori assieme alle nuove generazioni dobbiamo confrontarci in ogni sede sociale o culturale per affrontare con coscienza e responsabilità il nostro futuro.  

Lei è un attore protagonista dello sviluppo del territorio e questo è sicuramente un grande merito per la sua passione, l’entusiasmo e l’energia che ci mette. Ma qual è il suo sogno nel cassetto?  

La ringrazio per le sue parole che mi onorano e mi caricano anche di nuove responsabilità verso il la mia terra. Ritornare a sorprenderci delle piccole cose che la natura ci può dare è forse il sogno nel cassetto più importante che l’uomo dovrebbe avere in questo secolo. Combattere ogni giorno affinché questo avvenga è la sfida più difficile da affrontare. Servono condivisione, informazione e rete tra gli enti per progettare nuovi interventi strutturali che vadano in questa direzione. Le politiche pubbliche che dovremmo affrontare negli anni a venire, dunque, devono avere una visione che riesca a coniugare le bellezze paesaggistiche e naturalistiche con l’uomo. Il futuro deve prevedere la riscoperta della natura e della vita rurale.