Interviste

Azienda Agricola Di Rovasenda Biandrate Maria (VC): riso nobile come la natura in cui cresce

Intervista a Maria Paola Di Rovasenda Biandrate, produttrice di riso DOP Carnaroli e anima dell’attività

Azienda Agricola Di Rovasenda Biandrate Maria (VC): riso nobile come la natura in cui cresce

Siamo a Rovasenda (VC), un paese situato nella splendida Baraggia Vercellese. Un paesaggio che colpisce per la sua semplicità e il suo equilibrio di spazi e di forme. Qui sorge l’Azienda Agricola Di Rovasenda Biandrate Maria, 89 ettari dedicati alla coltivazione del riso nobile DOP Carnaroli, come la natura in cui cresce. 

Noi di MEG abbiamo incontrato Maria Paola, un vero esempio di imprenditoria femminile coraggiosa.

 

Buongiorno Maria Paola. Come nasce la vostra azienda?

L’azienda nasce con mio padre negli anni ’70 e io sono subentrata nel 1995. Ero troppo stanca del lavoro precedente, non mi intendevo di agricoltura ma con l’apprendimento grazie all’aiuto di un fattore, sono diventata titolare dell’azienda. Ho sempre avuto la passione per il biologico ma c’è voluto un po’ di tempo per concretizzare l’idea, finalmente nel 2008 abbiamo iniziato le prime prove di biologico. Nel frattempo ho assunto Stefano Tiraboschi, un agronomo con cui abbiamo esteso il biologico a tutta l’azienda.

Qual è il segreto del vostro successo?

Non so se ho successo, preferisco far parlare i fatti. Sono contenta delle vendite, inoltre domenica 2 ottobre abbiamo fatto la festa aziendale (Festa del Raccolto) in cui abbiamo avuto un numero elevatissimo di visitatori.

Ci dica di più sulla Festa del Raccolto.

È stata molto interessante in quanto abbiamo organizzato una giornata aperta alle visite alle risaie con un percorso guidato in bicicletta e a piedi. Durante il tragitto è stata illustrata la coltivazione del riso. Abbiamo raccontato il nostro Museo Contadino, i nuovi macchinari e alla fine di tutto abbiamo offerto un risotto cucinato direttamente da noi.

Non so mancate le attività anche per i bambini: abbiamo fatto delle prove di panificazione di biscotti con prodotti naturali, pittura delle pietre, un gioco con delle bambole vestite con abiti di recupero con cui i bambini simulavano l’attività di riempire i sacchetti di riso.

Presenti poi gli stand delle api, dei formaggi di capra, di coccarde e braccialetti fatti con materiale di recupero, di pietre e di fossili e un banchetto di solidarietà per il Rwanda. È stata una festa veramente bella all’insegna della condivisione. Ringrazio il Comune di Rovasenda per aver offerto il suo patrocinio.

Ne approfitto per ringraziare anche la mia squadra di lavoro, per me fondamentale. Sono persone che credono veramente in quello che fanno quindi offrono un lavoro eccellente e tante idee.

Ci parli del Riso Carnaroli DOP Biologico. 

Il Carnaroli è una pianta antica e tradizionale. È molto alta, cresce in fretta e sovrasta meglio le infestanti. Inoltre, ha un “baffo lungo” chiamato arista che lo rende meno appetibile per gli uccelli.

Al momento è una pianta poco produttiva rispetto alle altre ma è molto richiesta perché il chicco si differenzia dagli altri chicchi di altre varietà per la tenuta di cottura, per la consistenza e la collosità. Il mio Carnaroli offre un prodotto classico DOP di alta qualità, in quanto coltivato nel territorio della baraggia Biellese e Vercellese. Come stabilito dall’Ente Risi, prima di essere commercializzato viene ancora sottoposto a un test di collosità e di consistenza.

Come si degusta al meglio? Qualche consiglio per i nostri lettori.

Il riso si presta a tutto ma è importante dire che ogni terra ha il suo prodotto e per ogni prodotto ci sono delle ricette più adatte. Il Carnaroli è delicato, tiene molto bene la cottura ed è particolarmente adatto per il risotto allo zafferano e insalata di riso. In questo caso, ogni ingrediente deve essere ben separato dai chicchi riso.

Per fare invece il risotto cremoso, c’è un altro DOP che è il Riso S. Andrea. Ideale per la panissa con i fagioli.

Bettina Mamini