Quando si entra nell'ufficio dell'Associazione Autonoma Panificatori della Provincia di Cuneo si respirano storia, passione, tradizione. E soprattutto autenticità.
E' qui che lavora Alice, nipote di Aldo e figlia di Piero. Tre generazioni unite dall'amore per le farine, il pane e la panificazione.
"Mio nonno fu il Presidente dall’esordio, ormai lontano 1958 fino al 1994. Poi fu Piero, mio papà, a essere nominato Presidente e lo è ancora tutt'oggi. Ora ci sono anche io, seguo le orme di nonno e di papà, con la speranza di poter portare avanti l'Associazione e proiettarla verso il futuro. E' sicuramente una bella sfida, ma ho avuto due grandi maestri e non posso deluderli", racconta Alice con gli occhi che brillano di entusiasmo e orgoglio.
Alice, la vostra è una storia di famiglia legata alla panificazione. Quando inizia?
Mio nonno Aldo ha sempre avuto una passione per il pane. Mi raccontava che, fin da ragazzino nelle sue scorribande notturne a Dronero, il suo paese natale, passava sempre a curiosare fuori dalla finestra di un piccolo forno e osservava il panificatore che, con mani esperte dava forma al pane. Qualche anno dopo, erano gli anni ‘40, fu assunto proprio in quel panificio, poi lavorò a Confreria presso il panificio Castellino e andò ad affinare il mestiere a Cuneo al panificio Buschese della famiglia Gertosio, che lo mandò a Milano, per imparare l'arte del panettone. Nel 1949 rilevò un panificio con forno a legna a Villafalletto, conobbe mia nonna Orsolina, convolarono a nozze e nel 1953 nacque mio papà, Piero. Si trasferirono poi a Cuneo, dove aprirono un panificio vicino alla stazione della città con la speranza che partisse la tanto desiderata tratta "Cuneo- Nizza". Di mio nonno ricordo la caparbietà mista a cocciutaggine, lo splendido sorriso coinvolgente e gli occhi buoni che solo le persone di cuore hanno. E' sempre stato un rivoluzionario proiettato nel futuro, sono convinta che siano state proprio queste caratteristiche unite al sostegno offerto da altri coraggiosi colleghi panificatori a creare le basi per far nascere l'Associazione Autonoma Panificatori della Provincia di Cuneo.
L’associazione di cosa di occupa?
C'era l'esigenza di creare un "sindacato" dedicato alla categoria di panificatori, lavoratori "ibridi" rispetto alla maggior parte degli altri mestieri. Un panificatore infatti è artigiano per quanto riguarda la parte produttiva, ma è commerciante a tutti gli effetti per la vendita. Come associazione siamo autonomi e negli anni abbiamo guadagnato stima e rispetto cercando di essere propositivi e collaborativi. Attualmente abbiamo firmato un accordo di partenariato con CNA Cuneo, che sposa la nostra filosofia. L'Autonoma, come ci piace chiamarla, fornisce un servizio completo agli associati, li segue a 360° a partire dalla consulenza fiscale, contabile, e della gestione dei dipendenti, alla la sicurezza sul lavoro, pratiche sanitarie ed Haccp, medico competente, etc.
Quanti aderenti avete e da dove?
La nostra sede è a Cuneo, spaziamo però su tutta la provincia e grazie al lavoro dei consiglieri riusciamo a fare da collante tra tutti i panificatori. Non credo che vi sia un’altra organizzazione sindacale che può vantare una percentuale così elevata di aderenti, circa il 90 per cento.
Se dovesse farci fare un tour fra i “pani” della provincia di Cuneo dove ci porterebbe?
Nella nostra provincia c’è una fortissima tradizione per quanto riguarda il pane; le materie prime scelte e la qualità dei professionisti del settore sono veramente alte. Ogni zona ha le sue peculiarità, alcuni prodotti hanno ottenuto la De.co, denominazione Comunale e altri l'avranno a breve. Tra questi ricordo i “rubatà” monregalesi, la “paesana” e il “tursun” di Paesana, la “torta fina” di Vignolo, i biscotti “quaiot” di Cavallerleone. Senza dimenticare che i panificatori di Alba e di Bra hanno ideato il pane locale: ad Alba il “Pan ed Langa” a Bra il “Pane di Bra” e la “focaccia zizzola” con la salsiccia di Bra. Famosi poi sono il “Barbarià” un misto tra la farina di grano tenero e la segale ed il “pane all’alvà” della zona del saviglianese prodotto con lievito madre. A Cuneo troviamo i “tupunin” e la “mica d’Cuni” , ma una considerazione che mi piace fare è che ogni panificatore è un artista ed è unico nella sua personale produzione. Provare per credere!
Quali sono le sfide attuali e future della panificazione?
Lavorare con professionalità e sostenere chi usa determinati crismi. Abbiamo ottenuto da qualche anno la Legge sul Pane Fresco con un disciplinare serrato che differenzia il pane prodotto da un panificatore artigiano rispetto a quello dell’industria e puntiamo a trasmettere questo valore ai consumatori. Ci piacerebbe anche dare forma ad una legge sui lieviti, come può vantare la Francia; questo sarà uno dei prossimi obiettivi da raggiungere! Per non parlare del sostegno che come Associazione cerchiamo di dare ai nostri associati nell’assolvere la burocrazia. Non voglio soffermarmi troppo su questo discorso, ma sicuramente crediamo che il Pos, la lotteria fiscale ed il cash back dovrebbero essere facoltativi e senza costi, ci siamo fatti sentire con tutti i Parlamentari della zona e speriamo ancora in un miracolo!
I giovani si dedicano a questo faticoso mestiere?
Possiamo distinguere due “tipologie” di giovani che si avvicinano al mestiere, quelli che arrivano grazie ad una formazione scolastica attraverso le scuole dell' “arte bianca”, e quelli che nella farina ci crescono perché seguono le orme della famiglia. In entrambi i casi i giovani d’oggi sono persone formate e veramente interessate al mestiere, con una professionalità ed una preparazione sempre in evoluzione. Il panificatore è un artista, è un uomo dinamico ricco di interessi, i giovani sono un valore aggiunto per la nostra categoria e come Associazione speriamo di incentivarli a proseguire questo mestiere che in fondo, è una vera filosofia di vita!
Tag: Associazione Panificatori Cuneo, pane, arte bianca
Autore: megazine@megmarket.it