Esperienze

I Trabocchi abruzzesi, intesa perfetta tra l'uomo e il mare

L’Abruzzo è una destinazione autentica, dove arte, storia, tradizione, enogastronomia, natura e paesaggio si intrecciano e affascinano senza far rumore, arrivando dritti al cuore

I Trabocchi abruzzesi, intesa perfetta tra l'uomo e il mare

L’Abruzzo è una destinazione autentica, dove arte, storia, tradizione, enogastronomia, natura e paesaggio si intrecciano e affascinano senza far rumore, arrivando dritti al cuore.

La costa è spettacolare, 133 chilometri con ampie spiagge di sabbia dorata e verdi pinete nel tratto più a nord, e un litorale più roccioso, con scogliere a picco sul mare e suggestive insenature naturali verso sud, dove, tra Ortona e Vasto, incontriamo la Costa dei Trabocchi.

Il nome è dato dalla presenza di numerose originali strutture a palafitta che si insinuano nel mare.

Si tratta di antiche “macchine da pesca”, testimoni silenziosi di una civiltà mediterranea unica al mondo.

Gabriele D’Annunzio nel libro “Il trionfo della morte” ne parla, e li descrive “...protesi dagli scogli, simili a mostri in agguato, con i loro cento arti…”.

Si pensa che inizialmente i trabocchi fossero semplici pontili in legno sospesi sull’acqua, per pescare con la fiocina, resi via via più audaci e complessi dalla necessità e dall’ingegno di abili costruttori, che usarono gli alberi costieri come querce e lecci, studiando le maree e la luna, venendo a patti con il mare.

Nessuno è in grado di stabilire con esattezza l’epoca in cui i primi trabocchi sono stati costruiti, se ne parla in un documento del 1400, ma la storia locale racconta leggende ben più antiche.

Con il passare del tempo questi elementi architettonici sono diventati tutt’uno con il paesaggio del territorio dove sono “ancorati”, valorizzandolo e arricchendolo.

I trabocchi di questa parte di costa sono situati totalmente in acqua, collegati alla terra ferma per mezzo di una passerella dalla quale partono lunghi bracci di legno che si protendono verso il mare.

Le loro “antenne” sorreggono i quattro angoli della grande rete, detta bilancia, che viene calata con l’aiuto di un argano.

Oggi in Abruzzo rimangono poco più di trenta trabocchi, la maggior parte dei quali sono stati restaurati e, oltre a continuare la tradizionale pesca per la quale sono stati costruiti, sono diventati dei veri e propri attrattori turistici.

Molti ospitano ottimi ristoranti dove si possono gustare i sapori più veri e genuini del mare e della terra d’Abruzzo, unendo l’esperienza enogastronomica a quella storica.

Il contesto naturalistico dei trabocchi è davvero unico e merita di essere ammirato in ogni stagione, per vivere emozioni intense, in solitudine, ascoltando il vento e la voce del mare.

Tags: Abruzzo, Trabocchi, Costa dei Trabocchi, Macchine da Pesca, Gabriele d’Annunzio

Autore: M. N. megazine@megmarket.it