Da Roma a Milano una sosta è d’obbligo

I mercati come attrattore per un turismo sempre più esperienziale

Da Roma a Milano una sosta è d’obbligo

Se un tempo i nobili viaggiatori del Grand Tour visitavano luoghi e città soggiornando nelle ville, portando con sé tutto il necessario per ricreare quanto più possibile l’ambiente di casa propria, ben altra cosa fanno i turisti moderni che sempre più ricercano l’anima del luogo, l’esperienza vera, la conoscenza di tutto ciò che è local e quindi autentico.

Ed ecco allora che tra gli attrattori principali delle destinazioni turistiche si inseriscono perfettamente i mercati. Non parliamo solo di quelli classici all’aperto che da sempre fanno parte dell’esperienza dello shopping tout court, ma di quelli più popolari, nel senso che sono frequentati dalla gente comune, i famosi mercati coperti, che vendono cibo ad uso soprattutto degli abitanti dei quartieri e che, nelle grandi città, hanno anche un’area generalmente destinata ai grossisti.

Fino a poco più di una decina di anni fa nessun turista straniero avrebbe mai messo piede in un food market italiano e invece oggi è una tappa pressoché obbligata. Certo all’estero da tempo esistono mercati emblematici come l’antico Borough Market di Londra, ospitato in un bellissimo edificio vittoriano o il famoso mercato La Boquería, a Barcellona, a cui si accede addirittura dalla Rambla. Ma anche qui non era d’uso, se non raramente, l’accesso ai turisti che oggi invece li affollano al ritmo di decine di migliaia di persone al giorno.

Anche in Italia i mercati più importanti si sono quindi organizzati e sono diventati luoghi che esprimono l’anima autentica delle città, vetrine d’eccezione per i prodotti locali che costituiscono un driver fortissimo della nostra economia. Spazi dove il cibo viene vissuto, raccontato e preparato da artigiani che lo rispettano e conoscono profondamente. Ma anche realtà da vivere e condividere perché il cibo è un valore culturale che unisce e insegna.

Durante una visita a Firenze, ad esempio, non può mancare una sosta al Mercato Centrale di Firenze, lo storico mercato di San Lorenzo, ospitato all’interno di uno spettacolare edificio in ferro e vetro costruito nel 1874 dall’architetto Giuseppe Mengoni, lo stesso che ha progettato la famosa Galleria Vittorio Emanuele di Milano. Dopo l’ultimo restauro, attuato proprio per venire incontro alle nuove richieste, il mercato di Firenze ha lasciato intatte al piano terra le botteghe dei macellai, pescivendoli, bancarelle di frutta e verdura e piccoli negozietti che vendono specialità locali, ed ha attrezzato il primo piano con oltre 500 posti a sedere inseriti in un ambiente di design, con varie attività di ristorazione, 12 botteghe che propongono pane, pasticceria, salumi, specialità fritte, e spazi ludici con una scuola di cucina e una dedicata al vino. Tutto può essere consumato sul posto o portato via e assaporato alla moda bohémienne.

Una scelta assolutamente vincente se si pensa che nel 2019 sono stati più di due milioni coloro che lo hanno visitato.

L’esempio del mercato di Firenze ha ispirato anche la capitale, dove alcuni anni fa è nato il  Mercato Centrale a Termini, sotto la storica Cappa Mazzoniana, pregevole esempio di architettura razionalista realizzata negli anni ‘30 dall’eclettico architetto Angiolo Mazzoni.

Oggi le botteghe gastronomiche del mercato di Roma sono 19, tutte con cucina a vista perché il cibo possa raccontarsi da solo nella sua semplicità. Un’idea originale quella di utilizzare il vecchio edificio del dopolavoro ferroviario alla stazione di Roma Termini per creare un’oasi dedicata al cibo e all’eccellenza italiana perché se è vero che la vita è un viaggio con continue partenze e arrivi, i ricordi più belli sono sicuramente emozioni, colori e sapori.  

E oggi 2 settembre si inaugura anche un’ altra grande e moderna realtà: il Mercato Centrale di Milano.

Tag: mercato coperto, food experience, Mercato Centrale Termini, Mercato Centrale Firenze, Mercato Centrale Milano

Autore: M.N. megazine@megmarket.it

 

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