Giamberto Bochese: "Val D'Alpone nella Tentative List dell'Unesco"

Il presidente dell'ATS che guida la candidatura guarda a Parigi con l'obiettivo di tutelare il patrimonio locale "come lo avevano consegnato a noi i nostri nonni"

Giamberto Bochese: "Val D'Alpone nella Tentative List dell'Unesco"

"Arrivare a Parigi per ottenere il riconoscimento di Patrimonio dell'Umanità di questi Tesori fossili che la Natura ha voluto conservare per 50 milioni di anni, affinchè noi potessimo scoprirli, valorizzarli e condividerli con il mondo intero", è il sogno di Giamberto Bochese, presidente dell'Associazione Temporanea di Scopo (A.T.S.) “Val d'Alpone – Faune, Flore e Rocce del Cenozoico” con l'obiettivo di proporre la Candidatura a Patrimonio dell'Umanità della Val d'Alpone e dell'Alta Valle del Chiampo per l'inestimabile patrimonio paleontologico che detengono.

Giamberto, agente assicurativo prossimo alla pensione, crede in questa idea da molto tempo e la sua determinazione lo sta premiando. Il primo risultato è arrivato: la Val D'Alpone è stata inserita nella Tentative List italiana e può diventare il 57esimo sito Unesco d'Italia.

Come è nata l'idea della candidatura UNESCO?

L'idea di tentare questa impresa è nata durante i lavori di scavo sui resti del Castello di Terrossa di Roncà, effettuati dall'Università degli Studi di Verona in collaborazione con l’Amministrazione comunale e l’Associazione “Amici del Castello”, tra gli anni 2011 e 2014, nell’ambito del progetto sull’incastellamento delle Valli d’Alpone, la Valle del Chiampo e la Valle dell’Agno – discutendo sulle peculiarità offerte da questi territori – abbiamo convenuto che i  reperti fossili  custoditi dalla Val d’Alpone e dall’alta Valle del Chiampo avessero le caratteristiche di unicità e di eccezionale valore richieste dall’Unesco per poterli considerare Patrimonio di interesse universale.

Un percorso impegnativo, dunque.

Si è per questo cercato di individuare delle figure dall’alto profilo professionale, capaci di aiutarci a preparare un Dossier di candidatura da presentare all’Unesco al fine di ottenere il riconoscimento a Patrimonio dell’Umanità per questi importanti tesori paleontologici. Oltre al professor Saggioro dell’Università di Verona, che aveva organizzato gli scavi di Terrossa, abbiamo interessato il dottor Domenico Zugliani, responsabile allora dell’Ufficio Unesco del Comune di Verona, il conservatore del Museo di Storia Naturale di Verona, dottor Roberto Zorzin, il direttore dell’Accademia di Belle Arti di Verona, architetto Massimiliano Valdinoci, il direttore del Parco Naturale Regionale della Lessinia, dottor Diego Lonardoni, la professoressa Silvana Bianchi, autrice di numerosi scritti sull’Unesco e il sottoscritto che ha avuto il compito di tenere i rapporti con il territorio e le comunità.

Come è strutturata l'attività?

Abbiamo costituito così quello che sarà adottato come “il gruppo di lavoro” dall'Associazione Temporanea di Scopo.

Nel 2015 abbiamo iniziato un lavoro paziente e meticoloso, fatto di incontri, dibattiti e approfondimenti con tutte le componenti delle Comunità della Val d’Alpone e dell’Alta Valle del Chiampo.

In questi incontri abbiamo avvertito la volontà della popolazione di far conoscere questi inestimabili tesori, custoditi per noi da madre Natura da ben 50 milioni di anni e che questi reperti dovessero essere conservati per poterli trasmettere integri alle generazioni future.

Abbiamo percepito il desiderio di una crescita culturale, civile e umana, una consapevolezza in grado di stimolare il piacere del sapere e della conoscenza assieme alla voglia di far conoscere questi meravigliosi territori.

Al termine di questo lavoro durato quasi due anni, il 2 febbraio 2017, 8 Comuni (Monteforte, Gambellara, Roncà, Montecchia di Crosara, San Giovanni Ilarione, Vestenanova, Crespadoro e Altissimo), ai quali si aggiungeranno Verona nel 2019 e Soave nel 2020, l'Università di Verona, il Parco Naturale Regionale della Lessinia, i Consorzi e le Strade dei vini Lessini Durello, Soave e Gambellara e le Associazioni culturali Heimat e San Zeno, davanti al notaio Marco Paolo Augusto Pelosi si è costituita l'Associazione Temporanea di Scopo (A.T.S.) “Val d'Alpone – Faune, Flore e Rocce del Cenozoico” con l'obiettivo di proporre la Candidatura a Patrimonio dell'Umanità della Val d'Alpone e dell'Alta Valle del Chiampo per l'inestimabile patrimonio paleontologico che detengono.

La sede legale dell'Associazione è stata fissata presso il municipio di Vestenanova.

Lo stesso giorno, 2 febbraio 2017, l'Associazione ha eletto il primo Consiglio Direttivo composto da  7 membri: Dalla Verde Edo, Lonardoni Diego Giacomo, Bochese Giamberto, Lorenzoni Aldo, Saggioro Fabio, Zugliani Domenico e Zorzin Roberto. Presidente dell'Associazione è stato eletto il sottoscritto  Giamberto Bochese.

Oltre ai 20 enti sottoscrittori si sono poi aggiunti anche alcuni soci sostenitori come la Cassa Rurale e Artigiana di Vestenanova, i Rotary clubs di Verona, Soave e di Arzignano e i Lyons club Valdalpone.

Felice del primo successo?

Certamente, il primo obiettivo dell'Associazione è stato quello di predisporre la relazione con la quale dimostrare l'unicità e l'eccezionale valore di questi reperti fossili, per poter chiedere al Ministero l'iscrizione nella Tentative List Italiana e ce l'abbiamo fatta.

Il lavoro è stato svolto dal Comitato scientifico coordinato dal dottor Roberto Zorzin che da 30 anni segue e coordina i lavori di scavo e ricerca nei giacimenti di questi territori, in modo particolare nella Pesciara, sul Monte Postale, nella Valle della chiesa e sul Duello che sono alcuni dei siti dell'Eocene marino più importanti  e più conosciuti al mondo per la grande biodiversità e per l'eccezionale conservazione dei reperti.

Quali sono i prossimi passi?

Da settembre si riprende il lavoro con il Ministero dell'Ambiente per arrivare a Parigi. Dobbiamo continuare a lavorare con intensità e impegno. Vorrei vedere la nostra Valle prendere consapevolezza di questo patrimonio per poterlo utilizzare come crescita economica, ma in particolar modo come crescita culturale e vivere in armonia con la natura, lavorando la terra con sistemi eco-compatibili in modo da lasciare in eredità ai nostri figli un territorio sano, libero da inquinamenti, come lo avevano consegnato a noi i nostri nonni.

Conosciamo meglio Giamberto Bochese

Nato a Gambellara (VI) il 23 giugno 1954 e residente a Roncà (VR).

Sposato con Michela e padre di Silvia Maria.

Laureato in Storia all’Università “Ca’ Foscari” di Venezia con una tesi su Don Luigi Sturzo “Tra regionalismo e federalismo”.

Sindaco di Roncà dal 1995 al 2004; Assessore al Parco della Lessinia dal 2004 al 2008.

Presidente della Strada del Durello dal 2001 ad oggi; promotore del Consorzio  del  Durello.

Membro del Direttivo della Società filosofica italiana, sezione di Venezia, dal 1999 al 2009.

Piatto preferito: "Un piatto al quale sono particolarmente legato è il “pamojo”, un'antica zuppa della tradizione contadina, della quale si erano perse le tracce e che abbiamo voluto riscoprire e valorizzare costituendo la “Confraternita del pamojo”.

Vino preferito: "Il mio vino preferito è naturalmente il Durello che, con il Soave, costituisce la ricchezza delle nostre colline. Fra i vini rossi scelgo l'Amarone e il Barolo".

Hobby: "Ricerche storiche e d’archivio. Attualmente stiamo lavorando, con la professoressa Silvana Bianchi, sul ruolo dei Veneti nello spostamento dei Templi di Abu-Simbel tra il 1964 e Il 1968".

Autore: megazine@megmarket.it

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