Il presente, il qui e ora.
Perché l’essere umano tende a non viverlo?
La domanda è semplice, ma la risposta per comprendere che cosa si intende esattamente per Hic et Nunc, cioè qui ora, è articolata e complessa.
Per iniziare a rispondere è necessario prima di tutto stabilire che cosa si intende per coscienza. Ho rivolto questa domanda a diversi miei pazienti e nel 80-90% mi hanno risposto che è una specie di guardiano, una vocina interiore che ti dice quello che è giusto sbagliato in riferimento ad un modello etico morale che sono le informazioni acquisite del giusto sbagliato e in riferimento alla vita di ogni giorno e che spesso ci ha salvato grazie all’esperienza della famiglia e del gruppo.
Pensate a quanto ci ha fatto risparmiare come tempo la conoscenza tramandata dagli avi, altrimenti ogni volta dovremmo provare sulla nostra pelle.
La coscienza secondo questa persone è di tipo etico, il che significa consuetudine del bene del male che corrispondono agli insegnamenti e in modo più sottile a quello che viene definito le Ecgregore cioè seguire passivamente una entità o una setta o un gruppo.
La coscienza cosi descritta è legata al tempo e allo spazio. Mi spiego: la coscienza di un cannibale è diversa da quella di un vegetariano; la coscienza di un esquimese è diversa da quella di un africano; non solo ma anche la nostra stessa coscienza cambia sia in funzione dello spazio geografico, ma anche del tempo culturale a cui ci riferiamo.
Provate a pensare quello che eravamo obbligati a fare o non fare per motivi religiosi o politici, eravamo e siamo completamente imprigionati in schemi moralistici che oggi sono decisamente più sofisticati, più occulti, più manipolatori.
Ripercorrendo un po' la storia filosofica occidentale parliamo di Cartesio (1596-1619). Grande studioso che struttura quella che è la nuova scienza filosofica che si deve basare sul modello fondato su quattro regole: rigore logico, evidenza, analisi e sintesi.
Tag: Raffaele De Corato, Hic et Nunc
Autore: Raffaele De Corato megazine@megmarket.it