Navarons e Ronchamp ai vertici dell'architettura sacra

Il racconto di Alessandro Serena

Navarons e Ronchamp ai vertici dell'architettura sacra

Tra i principali edifici per il sacro, nel corposo volume “a design manual SACRED BUILDINGS” di Rudolf Stegers che studia 236 costruzioni, pubblicato a Berlino nel 2007, in cui sono raccolti, studiati e messi a confronto i più significativi esempi di architettura per la religione, è dato rilievo prestigioso alla chiesetta di Navarons di Spilimbergo, opera di Glauco Gresleri e Silvano Varnier, valutata e accostata per valore alla cappella di Ronchamp di Le Corbusier, architetto tra i più grandi di sempre.  Fotografia di quella di Navarons era messa addirittura in copertina. La cosa è ben poco nota, Navarons praticamente è fuori da ogni circuito turistico e tuttavia merita attenta considerazione. Ambedue sono dedicate alla Madonna, Nostra Signora di Lourdes e Notre Dame du Haut, e va detto che Gresleri è stato allievo di Le Corbusier. Ho avuto la fortuna di ascoltare Glauco Gresleri ottantaquattrenne, al convegno di Udine sulla ricostruzione delle chiese friulane dopo il terremoto, e di incontrare e conoscere personalmente Silvano Varnier suo collaboratore per Navarons. Stegers afferma che la nostra chiesetta è la “Ronchamp italiana”, per una “stretta relazione di appropriazione e sviluppo” con “segni di ricezione e di riadozione…i tagli di luce in parete e sul soffitto…il rude e bianco intonaco…il piccolo spazio rotondo nel parterre esterno…cemento per il coperto…che rimandano al genio di Le Corbusier”. Raccontava Gresleri che ancora giovane studente, era inviato dal cardinale Lercaro a Bologna a cercare nel territorio in grande espansione urbanistica lotti di terreno utili per costruirvi chiese. I piani urbanistici non le avevano previste e non erano considerate più il centro identitario di una comunità, come avveniva nel medioevo e nel rinascimento, quando la chiesa caratterizzava la piazza centrale del paese. Da allora, quando girava in vespa a fare rilievi, è partita la sua ricerca progettuale di una architettura pensata strutturalmente per celebrazioni comunitarie, assorbendo modi del riferimento francese. Le Corbusier per la cappella di Ronchamp scrive: “C’è nella musica una chiave, un diapason, un accordo. E’ l’alto, luogo sacro per eccellenza, che dà questa nota, che deve rilasciare la ragione dell’opera. Questa è preparata dalle proporzioni…Quando un’opera è al suo massimo d’intensità, di proporzione, di qualità esecutiva, di perfezione, si produce un fenomeno di spazio indicibile. I luoghi si mettono a ragionare, ragionano fisicamente…E’ dominio dell’ineffabile.” Così il principe dell’architettura razionalista costruì un luogo dove la percezione estetica è netta funzione rivelativa dello Spirito. Qualcosa di simile è accaduto per la comunità e le pietre di Navarons. Nella loro presentazione Gresleri e Varnier scrivono: “gli spazi architettonici nascono, con ricercata naturalezza, come sequenza continua e scorrevole di occasioni: lo stare, il sostare, il piccolo incontro di gruppo, la conversazione di lavoro, le piccole attività associative… come una cosa «abitabile»; il rapporto tra gli spazi e l'uomo è tale per cui si stabiliscono onde di accordo e di sintonia…. un rapporto diretto con lo spirito di chi lo abita…. Una sensibilità di esecuzione, la sola che possa essere vettore, come sempre, tra la materia e lo spirito degli abitanti, che non è solo tecnica di chi ha costruito «con le mani», ma intelligenza e cuore e che ha compiuto ancora una volta il miracolo di portare a limiti di poesia ciò che per povertà di mezzi e per la natura dei materiali adoperati sembrava poter rimanere nell'anonimo e nell'inespressivo.” Notre Dame du Haut a Ronchamp dal 2016 è patrimonio dell’umanità, mentre Nostra Signora di Lourdes a Navarons di Spilimbergo, dove la comunità purtroppo si è molto ridotta, direi che meriterebbe qualcosa di più dell’oblio, forse la futura pista ciclabile da realizzarsi sulla dismessa linea ferroviaria che passa lì a pochi metri, consentirà di darle nuova gloria.

Autore: Alessandro Serena megazine@megmarket.it

 

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