L’imperatore e il generale

Un posto che resta nella memoria: Villa Adriana presso Tivoli

L’imperatore e il generale

Un posto che resta nella memoria è senz’altro Villa Adriana presso Tivoli. Vi si incontra un particolare compendio di classicità, nonostante l’evidenza della sua rovinosa situazione.

Il premio Nobel Marguerite Yoursenar fa scrivere all’imperatore Elio Adriano nelle sue ‘Memorie’: “Atene restava la mia sosta prediletta: …quella città sembrava nuova ogni mattina”, e infatti è stato il più ellenista degli imperatori, colto e raffinato. Scrive ancora: “Ogni uomo così fortunato da beneficiare, più o meno, di quei legati di cultura (fragili oggetti di pergamena e d’inchiostro), mi sembrava responsabile verso tutto il genere umano”. Un concetto che molti oggi dovrebbero ben considerare, e prima, rendersi conto di quanto ai nostri giorni sia raccolto in biblioteche, musei, librerie. Bellissimo pensiero infatti, per cui l’imperatore che mirava a consolidare pace e organizzazione, avrebbe spinto il suo liberto Flegone a comporre le Olimpiadi, una serie di cronache dei giochi olimpici e recensioni storiche per dare continuazione alle Elleniche di Senofonte, di modo che la storia di Roma apparisse il seguito di quella greca. Così si andava consolidando la ‘cultura occidentale’.

Fu Alberto, un caro amico anche lui colto, affabile e misurato, appassionato del bene comune e bibliofilo sopraffino, a farmi scoprire quel luogo prezioso di storia e cultura, la regina delle ville imperiali. Uomo di pace nonostante l’essere esperto dell’arte della guerra, in quanto militare e generale, già comandante sulla linea difensiva d’Italia sul Tagliamento e poi di tutto il nostro esercito al sud, e dunque mi appariva un po’ simile ad Adriano. Nel 1996 organizzò un concerto del coro Tomat Nella città di Cave, vicino a Tivoli, dove andammo passando per Palestrina a respirare l’aria dove nacque il grande compositore Pierluigi.

Poi il generale ci guidò alla Villa Adriana. Quelle rovine, dove si assapora il culto del bello dell’imperatore, sono testimoni della cultura di una mente d’eccezione e di un’intera civiltà. Appassionato di architettura, Adriano si era fatto costruire una elegante Villa dell’Isola, una residenza a base circolare protetta da canale d’acqua tutt’attorno entro un alto muro, accessibile solo tramite ponticello mobile. Là si ritirava in piena privacy a riposare, meditare, progettare. Forse lì o nella vicina Sala dei Filosofi, o nel Cortile delle biblioteche, o nelle Terme con eliocamino, o nel Canopo davanti alle cariatidi copiate dall’Eretteo dell’acropoli di Atene, concepì il Pantheon, il tempio di Venere, il Mausoleo (Castel Sant’Angelo), il Vallo di Adriano, le nuove città fondate in Asia Minore, le molte ‘infrastrutture’ nelle province, le riforme della magistratura, dell’amministrazione e del controllo economico nell’impero con l’Editto perpetuo, durante i suoi 20 anni di regno. I pavimenti delle camerette, quadrate e larghe due metri per le sue guardie, erano rivestiti di mosaico, e sottoterra si snodavano camminamenti per la servitù e canali per distribuire aria calda e acqua termale, praticamente era anche una SPA ben organizzata! Per secoli da Costantino in poi molti depredarono marmi e statue e mosaici. Eppure dicono che ci sarebbe ancora da scavare, e tutelare il sito da speculazioni edilizie.

Forse si deve scavare anche nelle fragili coscienze e, come pensava l’imperatore Adriano e con l’esempio della cultura dell’amico generale Alberto, piantarvi il senso della responsabilità verso tutto il genere umano.

Tag: Villa Adriana, Tivoli

Autore: Alessandro Serena megazine@megmarekt.it 

 

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