Al galoppo sul lago ghiacciato

Le emozioni del racconto di Alessandro Serena

Al galoppo sul lago ghiacciato

Un fascino particolare in un luogo particolare. Era un altro tempo, pacifico e più felice, quando ci trovammo a fine febbraio al bordo del più bel campo di polo su ghiaccio del mondo: a Misurina nel cuore delle Dolomiti, sul lago ghiacciato e coperto di neve in buona parte battuta per il torneo Audi Winter Polo Gold Cup.

Fu proprio in quel 2011 l’ultima volta che si tenne lassù quell’evento, forse perché impegnativo e costoso di organizzazione, o perché cavalli e scuderie mal sopportano il gelo a quasi 1800 metri di altitudine. Eppure che meraviglia anche il suono leggero degli zoccoli sulla neve, quasi fiabesco. Venivano usati piccoli cavalli agili, veloci, forti e scattanti, snelli e leggeri, allevati in argentina appositamente per il polo.

Fuori dal campo di gioco, su un tratto di lago innevato dove li facevano sgambare, ne arrivò alle mie spalle uno al galoppo e me ne accorsi solo all’ultimo momento, quando mi sfrecciò appena ad un metro di distanza. Erano docili però, con bravi fantini che ora li facevano cambiare direzione e voltare all’improvviso,  ora li lanciavano a sfrenato galoppo, inseguendo una palla rossa da mandare a colpi di mazza di bambù tra i pali avversari. Tutto ciò non è poi tanto facile, viste le dinamiche di una destrezza necessaria che deve gestire animali a quattro zampe, da trattare bene, senza sfinirli, piuttosto sostituirli spesso, asciugarli, calmarli. Però che fantastica esibizione di vitalità, dentro quello scenario che la neve contrapposta a larici ed abeti rendeva incantevole. Sotto un bel sole e un cielo azzurrissimo, contro il fondo bianco accecante cavalli e fantini era come fossero figure scontornate, futuriste, in movimento. Nel frattempo sul lago atterravano elicotteri di facoltosi appassionati che si recavano in tribuna. Perfino le Tre Cime di Lavaredo bardate a neve partecipavano elegantemente alla scena.

Quella sera fu allestita una struttura provvisoria sulla sponda del lago, per ospitare una cena di gala, cui seguì qualcosa di assolutamente incredibile. Due Audi R8 di colore diverso disegnarono sul lago ghiacciato, come grande pista da ballo, una scenografia danzante sulle note della musica classica di Strauss, e poi tutti assistemmo a un grande spettacolo pirotecnico che illuminava le Dolomiti innevate.

Il giorno dopo, mentre nevicava, il team Audi scuola di guida sicura faceva correre sullo stesso campo altri cavalli, a centinaia, quelli delle più potenti auto della scuderia, come la S5 e la R8 da competizione, con gomme chiodate per ghiaccio, e si potevano anche provare. Mio figlio riuscì ad iscriversi all’ultimo minuto e fu entusiasta dell’esperienza adrenalinica dei testa coda.

Paradossalmente sembrava più facile domare quelle centinaia di cavalli chiusi fra quattro ruote, ma il fumo non era sudore di cavalli frenetici con occhi tesi, il rombo cupo non era il leggiadro tamburellare degli zoccoli al galoppo, e la loro potenza era dominio assoluto del pilota e non sintonia vitale del fantino col suo cavallo.

Autore: Alessandro Serena megazine@megmarket.it

 

 

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