La sfogliatella napoletana, dal convento al cuore di Napoli

E’ impossibile resistere alla tentazione di una sfogliatella, riccia o frolla, uno dei dolci più rappresentativi della pasticceria napoletana, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo

La sfogliatella napoletana, dal convento al cuore di Napoli

E’ impossibile resistere alla tentazione di una sfogliatella, uno dei dolci più rappresentativi della pasticceria napoletana, ormai conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Le varianti classiche sono riccia o frolla, ambedue con un cuore di ricotta e l’aggiunta a piacere di canditi e gocce di cioccolato.

L’origine è antica e la tradizione racconta che nel 1600, nel convento di Santa Rosa, sulla Costiera Amalfitana, una delle monache non volendo buttare un avanzo di semola bagnata nel latte, decise di unirla ad un po’ di ricotta, liquore al limone e frutta secca; allungò l'impasto con vino e strutto e infornò il composto avvolto da due sfoglie la cui forma ricordava il cappuccio di un monaco. Nacque così la Santarosa, nome che ancora oggi appartiene ad un tipo di sfogliatella guarnita con crema e amarene sciroppate.

Duecento anni più tardi l'oste napoletano Pasquale Pintauro propose una rivisitazione della ricetta tradizionale e avvolse il ripieno di semola e ricotta profumata con una sottile e lunga striscia di pasta sfoglia, modellata a forma di conchiglia, creando così la vera sfogliatella napoletana.

Il successo fu immediato e la piccola osteria di via Toledo divenne un rinomato laboratorio dolciario, regno indiscusso delle sfogliatelle.

Oggi la sfogliatella fa bella mostra di sé nelle vetrine di tutte le pasticcerie napoletane e ovunque si voglia gustare una delle eccellenze della famosa tradizione gastronomica della Campania.

Tag: sfogliatella napoletana, Santarosa, ricotta, sfoglia, semola Pasquale Pintauro

Autore: M.N. megazine@megmarket.it

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