Ogni giorno nel mondo vengono acquistati e consumati migliaia di prodotti alimentari e bevande italiane non originali che, sfruttando la fama delle nostre eccellenze enogastronomiche grazie a nomi simili all’originale, di fatto ingannano i consumatori, procurando danni enormi alle vere produzioni del Bel Paese.
E’ un vero e proprio mercato parallelo che ha raggiunto un giro d’affari pari a 100 miliardi di euro su scala globale con un aumento del 70% negli ultimi 10 anni. Si stima addirittura che due prodotti agroalimentari su tre venduti nel mondo con nomi italiani, di fatto siano imitazioni.
E naturalmente la concorrenza più sleale si ha nei prodotti più apprezzati e conosciuti, primo fra tutti il Parmigiano Reggiano, seguito dalla Mozzarella di Bufala e dal Prosecco. Ma anche Gorgonzola, Asiago, Pecorino, salami e prosciutti sono fra le imitazioni più diffuse in questo "commercio fake" che utilizza soprattutto il circuito della grande distribuzione oltre confine. I prezzi sono inferiori, così come lo sono qualità e valore rispetto all’autentico Made in Italy.
Grazie alla costituzione dell’ “Osservatorio permanente sull’Italian Sounding” che monitora e analizza il mercato dei prodotti alimentari e delle bevande non originali, molti passi in avanti sono stati fatti verso il contrasto di questa pratica commerciale scorretta, ma è ancora lontana una vera risoluzione del problema che deve necessariamente passare dalla sottoscrizione di accordi bilaterali fra gli Stati che dichiarino illegale la vendita e la commercializzazione dei prodotti Italian Sounding.
Un passaggio obbligato che speriamo venga attuato al più presto.
Tag: italian sounding, mercato parallelo, Made in Italy
Autore: M.N. megazine@megmarket.it