Da mani e cuore semplici nasce la forza straordinaria di Elisa Rumici, la “pianista delle Frecce Tricolori”

La giovane musicista si racconta: "Il pianoforte però è anche uno specchio, un riflesso di come mi sento"

Da mani e cuore semplici nasce la forza straordinaria di Elisa Rumici, la “pianista delle Frecce Tricolori”

Mi sono sempre chiesto, da profano, come facessero semplici corde percosse da martelletti impazienti, mossi da tasti monocromatici attraverso mani delicate e sapienti, a trasformare l’aria quieta in splendidi suoni armonici.

Oggi più che mai sono convinto che solo l’anima del sapiente “maestro” al quale lo strumento è affidato è in grado di far vibrare i nostri pensieri che in un attimo vengono trascinati in volo sollevati da questa terra che oggi è pesante e incerta, per regalarci emozioni speciali.  

Da un palco buio, squarciato all’improvviso dalla inconfondibile melodia della Turandot di Puccini, Elisa Rumici oggi accompagna in maniera impeccabile la voce di Salvatore Angileri in un volo dedicato alle nostre Frecce Tricolori incantando chi, quest’oggi, ha la fortuna di essere seduto al suo fianco ad ascoltare in silenzio questa dolce magia.    

Elisa Rumici nata a Gemona del Friuli (Udine) il 30/7/1995, è una pianista italiana. Ha vinto 24 tra primi premi e primi premi assoluti in concorsi pianistici nazionali ed internazionali, ottenendo la possibilità di esibirsi (sia come solista che come camerista) in importanti festival musicali e in prestigiose sale come la Fazioli hall di Milano o le Sale Apollinee del teatro La Fenice di Venezia. Ha ottenuto le borse di studio “Maria Grazia Fabris” e “Luigi Mari”, nel 2016 ha vinto l'audizione "Talenti al Bon" presso il teatro Luigi Bon a Udine e nel 2018 ha vinto il premio speciale al concorso “S. Marizza” di Trieste. Nel mese di agosto 2015 si è esibita a Óbidos in Portogallo e la sua esecuzione è stata registrata e mandata in onda sulla radio di musica classica "Antena 2".

Avviata allo studio del pianoforte da Maria Cristina Sgura per poi formarsi con Maria Grazia Cabai, Roberto Plano e Riccardo Zadra, in seguito al conseguimento col massimo dei voti del diploma nel 2013 presso il Conservatorio “J. Tomadini” di Udine, nel 2016 ha ottenuto il diploma nel corso superiore di perfezionamento pianistico presso l'Accademia Musicale Varesina e il diploma accademico di II livello presso il conservatorio "A. Pedrollo" di Vicenza con il massimo dei voti e la lode. Attualmente studia con Enrico Pace nell’ Accademia Musicale di Pinerolo e con Filippo Gamba presso l’Hochschule für Musik di Basilea.

Voliamo allora per un attimo assieme ad Elisa che oggi ringrazio per averci regalato queste splendide parole.

“Ho avuto la fortuna di essere supportata, sin da piccola, dai miei genitori che mi hanno incoraggiata a perseguire questa passione e permesso di studiare sia in Italia sia in Svizzera, a Basilea. Mi sono esibita così sia in Italia sia all’estero in Germania, Svizzera, Croazia, Slovenia e Portogallo e alcune delle mie esibizioni sono state trasmesse in diretta radiofonica. Ho vinto numerosi premi e borse di studio e a breve uscirà un nuovo cd per la casa discografica Rhein records”.

Elisa com’è nata la passione per la musica?

“La passione per la musica è nata grazie a mia mamma, che amava ascoltare la musica classica. Ricordo in particolare che la musica di Debussy e Mozart mi ha subito affascinata. Al pianoforte mi sono invece accostata grazie… agli aristogatti! É stato proprio quel cartone animato a farmi incuriosire a questo strumento e da quando l’ho suonato ho capito che non l’avrei più abbandonato”.

Cosa rappresenta per te oggi il pianoforte?

“Il pianoforte per me rappresenta davvero molto, è un confidente ma anche uno strumento attraverso il quale esprimermi. La sua complessità richiede grande dedizione ma offre anche grandi possibilità comunicative, anche grazie al repertorio immenso. Il pianoforte però è anche uno specchio, un riflesso di come mi sento. Credo il rapporto che si ha con proprio strumento rifletta infatti anche molto del rapporto che il musicista ha con sé stesso”.

 

Come si entra in simbiosi con il pianoforte per diventare una cosa sola durante una esibizione?

“Come tutti i rapporti anche quello con il pianoforte richiede tempo e dedizione ed è solo attraverso uno studio costante e consapevole che si riesce a raggiungere una simbiosi con lo strumento. Allo stesso tempo la presenza del pubblico e le emozioni che si provano sul palco danno grande ispirazione al momento dell’esibizione”.

 

Fai un gesto scaramantico prima di ogni esibizione?

“Chiamo sempre i miei genitori e il mio ragazzo per farmi augurare “in bocca al lupo”.

 

Quali altre passioni oltre la musica?

“Amo tantissimo l’arte in tutte le sue forme, in particolare le arti figurative e la letteratura. Sono appassionata anche di filosofia ma non ho abbastanza tempo per coltivare questo interesse. Recentemente ho riscoperto la bellezza della natura attraverso le camminate in montagna e quando posso cerco di ritagliarmi del tempo per questa attività”.

 

Quando e come hai saputo che dovevi esibirti davanti al pubblico del teatro Giovanni da Udine per la presentazione della formazione 2022 delle Frecce tricolori?

“É stato grazie al collega e amico Salvatore Angileri, il tenore con cui ho suonato, che mi ha chiesto di essere al suo fianco in questa bellissima occasione”.

 

 

Cosa rappresentano oggi per te le frecce Tricolori dopo la splendida serata di quel magico lunedì?  

“Le frecce Tricolori hanno sempre rappresentato per me in quanto italiana un vero motivo di orgoglio. Partecipare a quella splendida serata mi ha fatto sentire ancora più vicina a questa realtà e ancor più orgogliosa del grandissimo patrimonio artistico del nostro Paese. Spesso noi Italiani siamo critici verso l’Italia, mentre dovremmo apprezzare di più la nostra storia e i nostri talenti”.

Oggi trovi un legame tra musica e volo?

“Sicuramente sia la musica sia il volo permettono di raggiungere, fisicamente o emotivamente, altri luoghi e di elevarsi al di là della quotidianità in una dimensione fatta di sogni e speranze. Questi mondi condividono inoltre anche la grande adrenalina che si prova durante il decollaggio o l’ingresso sul palco”.

Ti sei mai trovata in difficoltà durante un’esibizione?

“La più grande difficoltà è stata quella di superare, sin da piccola, la mia grande timidezza. In questo i miei genitori e i miei insegnanti mi sono stati molto d’aiuto”.

Se non ci fosse stato il pianoforte nella tua vita ora Elisa Rumici sarebbe …

“Sarei una persona sicuramente meno felice, non riuscirei ad immaginarmi senza. In ogni caso sono sicura che la musica e l’arte in generale sarebbero state parte della mia vita”.

La tua esibizione più emozionante?

“Tutte lo sono, in modo diverso. Sicuramente quella al Teatro Nuovo Giovanni da Udine per la particolarità dell’evento, ma anche i concerti che ho fatto in passato con l’orchestra, o le esibizioni all’estero. Un evento che mi è stato particolarmente a cuore è stato un concerto che ho tenuto nel 2014 per l’ospedale di Saronno nella stagione Donatori di musica, dove davvero ho sentito il potere della musica di comunicare gioia e speranza”.

La tua esibizione più difficile?

“Tornare a suonare in pubblico dopo mesi di lockdown non è stato facile, ma mi ha dato emozioni fortissime e un gran senso di gratitudine per poter finalmente condividere la magia della musica con gli altri”. 

Cucini?

“Si, perché amo mangiare”.

Piatto preferito ?

“Ce ne sono davvero tanti! Piadina, spiedini di pesce…”

Vino preferito?

“Pinot grigio e prosecco”.

Sogno nel cassetto?

“Anche se sono felice della mia vita, spero che la musica mi dia la possibilità di viaggiare ed esibirmi in posti che non ho ancora visitato. Mi piacerebbe anche lavorare in campo accademico e dedicare più tempo alla musica da camera. Però quello che conta di più per me è poter avere una vita serena accanto alle persone che amo, ai miei genitori e ai miei cani”.

 

 

“Quando mani sapienti, fortemente delicate muovono tasti altrimenti fermi ed insignificanti allora sì che quel pianoforte, fino ad un attimo prima muto, scuote le corde dell’anima liberando in volo dolci amozioni”. 

 

Grazie Elisa per esserti raccontata con paziente maestria e delicatezza.

 

Autore: Alberto Cocetta campovolo@megmarket.it

 

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