- 28 febbraio 2021, 05:30

Di generazione in generazione: memoria e speranza nel Duomo di Spilimbergo

Il Bello Trovato con Alessandro Serena

Di generazione in generazione: memoria e speranza nel Duomo di Spilimbergo

La continua rigenerazione della vita è l’augurio buono che accompagna chiunque alzi lo sguardo lungo le navate del Duomo di Santa Maria Maggiore, a Spilimbergo. In cima ai muri perimetrali dell’aula corre infatti un fregio di colore rosso e ocra che non è decorazione fantasiosa, ma emblema allegorico di memoria e speranza, di continua rigenerazione della vita. Il che, oggi come oggi che in geografia locale si teme il colore rosso, vale la pena di ben meditare. Tipicamente medioevale e però raro nelle chiese in Italia, il fregio mostra un’allegoria ripetuta di fronde che entrano ed escono da teste umane, qua e là anche di strani animali grotteschi: entrano da un orecchio ed escono dalla bocca, come dire riferimento ad ascolto e parola.

Pochi anni fa ho fatto da guida in Duomo a Philippe Daverio, appassionato tra l’altro di organi e organista. Dall’alto nella cantoria eravamo in contemplazione di spazio architettonico e decorazioni: uno di quei momenti magici di sintonia intellettuale e di percezione estetica che non si scordano. Secondo Daverio di simili fregi se ne trovano in alcune chiese anche in centro Europa. Questo, probabilmente realizzato nel 1442 con semplice ma meditato motivo, dona eleganza al robusto impianto romanico della struttura. Le figure sono grossolanamente abbozzate, mezzi busti con facce spesso brutte, altri epicurei intenti a bere. Non sono certamente ritratti di singoli, piuttosto invece un ritratto complessivo di umanità limitata e peccatrice, che però riceve e ridà continuamente vita. Così viene facile pensare a quanti sono passati in questo tempio nei suoi 737 anni di attività.

Poi diventa evidente che ogni persona che entra in Duomo e guarda questo nastro che infiocca il sottotetto, può ricordare i cari passati ed avere un pronto pensiero sulla storia. Come può sentirsi rinnovare nel proprio rapporto con la vita e poi pensare a modi di rigenerare altri con i quali stia in relazione. Si ha il senso di un continuo passaggio generazionale, un fluire plurisecolare della vita di persone e di una comunità e ci si trova a proiettare uno sguardo in avanti, con la speranza di vivere meglio.

Viene in mente il versetto del magnificat: “Ecce enim ex hoc beátam me dicent omnes generatiónes, …et misericórdia eius in progénies et progénies timentibus eum” (D’ora in poi tutte le generazioni di chiameranno beata, …di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono). Così il fregio rende ancora evidente la dedicazione del tempio a Maria, e avvolgendo beneaugurante il suo interno come un pacco regalo per tutti, mostra il superamento significativo del tempo nella vita breve degli uomini. Allora in questi tempi travagliati e preoccupanti, sia salda anche per la nostra generazione la Misericordia del Padre.

Tag: Alessandro Serena, il Bello Trovato, Duomo di Spilimbergo

Autore: Alessandro Serena megazine@megmarket.it 

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