- 23 aprile 2021, 05:30

La rivincita del Rosé

Nel grande panorama vinicolo italiano, quella del vino rosato è storia piuttosto recente, ma il trend è decisamente in crescita

La rivincita del Rosé

Nel grande panorama vinicolo italiano, quella del vino rosato è storia piuttosto recente.

C’è chi dice che sia nato per caso e chi invece racconta che sul finire dell’Ottocento il senatore veneziano Pompeo Molmenti, proprietario dei  vigneti a Moniga del Garda, durante un viaggio in Francia, considerata la patria del vino rosato, ne  avrebbe apprezzato la qualità, approfondendo i metodi produttivi. Tornato in Italia applicò la vinificazione in bianco alle uve tipiche del Garda, creando di fatto una prima tipologia di rosé.

Qualunque sia la sua origine, fortunatamente negli ultimi anni anche il vino rosé italiano ha conquistato una buona fetta di mercato e sta avendo un buon successo che, secondo gli esperti, è destinato a crescere velocemente nei prossimi anni.

Ogni regione italiana ha almeno un rosato nella propria produzione, come il Chiaretto del Garda, il Cerasuolo abruzzese e marchigiano da uve Montepulciano, ma anche il raro vitigno Vermentino nero in Liguria e la produzione siciliana con vigne cresciute in riva al mare. Ma la maggiore concentrazione riguarda quattro regioni, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Puglia, dove risiede il 67% della produzione rosé Dop/Igp nazionale.

Le proposte italiane di etichette rosate sono davvero numerose e tutte di qualità, per un vino versatile che può facilmente essere abbinato a moltissimi piatti, soprattutto nella stagione estiva, trovandosi cromaticamente e filosoficamente a metà tra un vino bianco e uno rosso.

Attenzione alla temperatura di servizio però, che deve essere sempre relativamente bassa, più simile a quella dei vini bianchi.

Tag: rosé, vino rosato, Chiaretto del Garda, Cerasuolo abruzzese , Vermentino nero

Autore: M.N. megazine@megmarket.it

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