Si tratta di un dolce povero della tradizione contadina, una specie di focaccia zuccherata dalla forma ovale o tonda, che si preparava nella zona più a nord del Lago di Como la domenica, con i pochi e semplici ingredienti che si trovavano in dispensa: farina, acqua, lievito, un pizzico di sale, uova, lardo (o burro), noci e uvette.
Oggi il Braschino è diventato una prelibatezza molto ricercata e apprezzata, e viene proposto in molti ristoranti dell'Alto Lago per concludere in bellezza il pranzo o la cena, servito a fette con un buon bicchierino di grappa.
Il nome, che in laghée, ossia in dialetto locale è “Braschìn”, deriva dal termine dialettale “brasca” che significa brace, perché è proprio sulla brace che anticamente veniva cotto. La ricetta fu inventata a Garzeno, un piccolo paese della Valle Albano a 680 metri di altitudine, ancora oggi considerato “la patria del Braschino” come riportato anche sul cartello che indica l’inizio del paese, e da lì “esportata” poi nei paesi vicini.
Un dolce tipico che ha fatto parte della vita di intere generazioni e che ancora oggi racchiude in sé la rassicurante semplicità dei sapori di una volta.
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Autore: M.N. megazine@megmarket.it