Le vendite di vino in grande distribuzione italiana continuano a rallentare. Secondo le elaborazioni dell'Osservatorio Uiv-Ismea su base Nielsen-IQ, dopo un marzo sottotono (nonostante l'anticipo della Pasqua), l'ultimo trimestre ha trascinato in negativo i saldi semestrali delle vendite con un complessivo -2,5% a volume, combinato disposto di un -3,4% di fermi e frizzanti (soprattutto nella componente rossa) e +4,2% degli spumanti. In lieve crescita (+0,6%) il controvalore complessivo delle vendite in Gdo di vini e spumanti italiani, che sfiora 1,4 miliardi di euro, per effetto di un -0,1% dei fermi e di un +3,5% delle bollicine. Una contrazione - sul fronte dei volumi - che porta il semestre al minimo storico dal pre-covid (-9,5% sul 2019), a conferma delle difficoltà di fermi e frizzanti (-13,5%) nell'ultimo quinquennio e della virata verso le bollicine, cresciute nel periodo del 33%.A trainare la spumantistica, ormai da oltre un anno a questa parte, la crescita di quei prodotti Charmat non Prosecco che gli italiani sembrano aver scoperto come base ideale per farsi lo spritz a casa. Focalizzando l'analisi sulle dinamiche del trimestre aprile-giugno gli acquisti di vino registrano una contrazione complessiva del 3,9% nei volumi a cui si accompagna anche una flessione del -2,7% della spesa. La novità del trimestre aprile-giugno è infatti un momentaneo affievolimento su base tendenziale della dinamica inflattiva, con i prezzi medi del totale vini e spumanti che registrano un timido +1,2% (contro il +5,6% di marzo) e le bollicine addirittura in flessione (-1,3%). Una battuta di arresto quella degli sparkling, probabilmente determinata dal destocking di prodotto non consumato a Pasqua, che si riflette anche sui volumi: se il tendenziale gennaio-marzo segnava un +11,7%, il confronto anno su anno del consuntivo aprile-giugno registra un -3,5%.