Senza social si può stare, almeno per 12 mesi. E se a dirlo è chi sui social è seguitissimo possiamo crederci.
Francesco Saverio Russo, nato nelle Marche il 30 gennaio del 1984, è tra i più noti e stimati esponenti della comunicazione multimediale del vino, italiana e non solo. Da oltre 16 anni dedica la sua vita al mondo del vino raccontandolo, dalla vigna al bicchiere, attraverso il suo sito Wine Blog Roll e i suoi seguitissimi profili social.
Più volte segnalato tra i più seguiti wine blogger al mondo, ciò che contraddistingue la sua figura professionale sono i valori dell'etica e del rispetto, che hanno permesso a Francesco Saverio Russo di guadagnare credibilità e fiducia da parte di appassionati e addetti ai lavori.
Grande amante dei vigneti e dell'ampelografia italica ha deciso di dedicare la sua vita al vino italiano perché il vino è la sua vita.
Creativo e tecnicamente esperto, con all'attivo centinaia di cantine visitate e migliaia di assaggi fatti in loco e/o in occasione delle più importanti anteprime e manifestazioni enoiche italiane e internazionali, Francesco Saverio Russo si dedica alla formazione e alla comunicazione enoica e ha recentemente progettato e prodotto la linea di calici tecnici soffiati a bocca, Archè 2020 by F.S.R..
"Wine Blog Roll nasce come aggregatore di notizie dai migliori wine blog italiani e stranieri, per poi divenire il mio diario di viaggio, un contenitore che spazia dall'informazione alla mera condivisione degli esiti dei miei tour territoriali e dei miei punti di vista sul mondo del vino, con un piglio mai iper-critico, bensì curioso e rispettoso - spiega Francesco Saverio -. Il focus resta il territorio ma non mancano degustazioni e approfondimenti sui principali temi enoici legati alla comunicazione, all'agronomia e all'enologia".
Quando nasce la tua passione per il vino?
Per la vigna, nelle mie amate Marche, terra natia e vera "casa" per me. Per il calice e la ricerca, sicuramente quando a 21 anni mi sono trasferito in Toscana e ho iniziato a girare per vigne e cantine in ogni mio momento libero.
Oggi più di sempre la comunicazione è un elemento chiave. Qual è il modo corretto per parlare di vino?
Non esiste un modo corretto, ma esistono distinzioni nette. Da un lato la comunicazione, libera e personale, purché basata su principi deontologici e su una qualità percettibile dei contenuti e dall'altro lato il marketing per il quale sarebbe sciocco e ottuso avere un'avversione aprioristica ma che, negli ultimi anni, a causa dei social e di figure fuorvianti e poco concrete come quelle degli pseudo-influencer (uso il suffisso "pseudo" in quanto sono spesso personaggi che si autoproclamano influencer pur non influenzando in alcun modo l'opinione pubblica e il mercato, fini richiesti agli influencer) che creano confusione fra la percezione della comunicazione/informazione e della promozione/marketing.
Il ruolo del wineblogger per cosa si caratterizza?
Posso dirti per cosa si caratterizzava quando ho iniziato a scrivere (e i social erano agli albori) in quello che nasceva come un vero e proprio diario di viaggio, nel quale condividere esperienze di vita vissuta, di vigne visitate e di vini assaggiati in maniera diretta, personale e rispettosa. Io, da par mio, continuo ancora oggi ad interpretare lo strumento del blog in questi termini, ma da quando chiunque pubblichi anche un solo post su instagram può auto-definirsi wineblogger credo che anche queste parole abbiano perso di significato.
Il mercato del vino oggi e domani: quali strategie per rinforzare il Made in Italy?
Credo che l'Italia del vino abbia dimostrato grande resilienza durante questo lungo e nefasto anno, ma anche che le istituzioni avrebbero dovuto sostenere maggiormente quello che è uno dei comparti più importanti dell'economia del nostro paese. La mia speranza è che questa brutta situazione possa servire a stimolare la crescita e la strutturazione di strumenti commerciali online, ma anche di rivedere al rialzo l'importanza del mercato interno per alcune realtà che avevano puntato tutto sull'estero. Fondamentale sarà la creazione di reti enoturistiche forti, finalizzate alla vendita diretta, aspetto nel quale l'Italia potrebbe già essere leader data la vastità e la bellezza degli areali vitivinicoli di cui dispone ma che richiede maggior attenzione e visione.
Conosciamo meglio Francesco Saverio Russo:
Hobby Sono solito praticare l'antica arte del sollevamento calici e faccio workout nei vigneti! Scherzi a parte, amo viaggiare e ho la fortuna che la mia passione per il viaggio coincida con parte del mio lavoro. Se dovessi pensare alle mie passioni probabilmente, oltre alla vigna e al vino, menzionerei la cucina, nella quale mi diletto da ben prima di incontrare il vino.
Piatto preferito Dovrei citare piatti di amici Chef che ho avuto il privilegio di assaggiare e di gustare emozionandomi, a volte, sino al commuovermi, ma sono molto legato alle sinestesie che certi piatti inducono in me rievocando la mia infanzia, quindi, a rischio di sembrare banale (ma per me è tutto fuorché banale!), ti dirò che il mio piatto preferito è la pizza. Il piatto italiano più celebre al mondo ma che, proprio per questo, è sempre più difficile trovare nelle sue interpretazioni più fedeli. Da figlio di padre napoletano, pur non avendo mai vissuto in Campania, non posso che essere molto esigente in merito alla pizza.
Vino preferito Quello che devo ancora assaggiare! Per un cercatore enoico curioso e appassionato avere un vino preferito è un "lusso" che non ci si può permettere e, al contempo, un limite che non vorrei mai avere. Esistono vini ai quali sono molto legato per motivi personali, umani, empatici e, di certo, ci sono due vitigni che hanno segnato in modo netto la nascita della mia umile carriera di scribacchino enoico, di vineyards trotter e di assaggiatore instancabile: il Verdicchio, che mi ha visto in vigna sin da bambino per le prime vendemmia nella mia terra natia, e il Sangiovese che mi ha iniziato al calice dopo il mio trasferimento in Toscana, ormai oltre 16 anni fa.
Sogno nel cassetto Te ne dirò due, partendo con una ludica provocazione: che svaniscano i social per un anno, come in una sorta di lockdown al contrario, dopo 12 mesi di reclusione e restrizioni intermittenti in cui la virtualità l'ha fatta da padrona, mi piacerebbe un reset totale che mostri e dimostri che i social, i numeri fittizi, la popolarità "comprata" e raggiunta in modo non sempre etico non siano strade percorribili per chi comunica con passione, dedizione e cognizione di causa. L'altro sogno è quello di ultimare il mio libro che, a causa della mia continua voglia di integrare nuovi racconti e nuove realtà da condividere, non riesco a finire. Ogni volta che arrivo al "capitolo finale", rientrando dall'ennesimo viaggio per gli areali vitivinicoli italiani, ho bisogno di inserire qualcosa di nuovo. Beh, poi c'è l'Only Wine Festival, che spero tornerà ad offrire al suo folto pubblico di winelovers la più grande selezione di giovani vignaioli di piccole cantine in Italia.
Valori di riferimento Etica e rispetto. Credo siano i due valori che, insieme ad una profonda empatia, hanno da sempre contraddistinto il mio operato. La scelta di non utilizzare i numeri raggiunti dal Wine Blog Roll negli anni e dai miei profili social, in tempi non sospetti e in maniera totalmente organica, non per il marketing ma per la mera condivisione gratuita, senza percepire compensi da parte di produttori e cantine, è stata naturale per me. Vivere di masterclass, formazione e di collaborazioni professionali con realtà che nulla hanno a che fare con la produzione di vino, è il mio modo per dimostrare che si può fare comunicazione senza scadere nelle vili marchette, ma la strada più facile è, spesso, la più allettante e praticata di questi tempi. Poi, ci sono i miei calici Archè 2020, sfida iniziata proprio sotto il primo lockdown è che ha preso forma da pochi mesi, con un successo che mai avrei pensato di ottenere, specie in così poco tempo.
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Autore: megazine@megmarket.it