Il bello trovato - 11 dicembre 2022, 05:30

Presepio, nuova storia per l'arte

Da Giotto in qua, nell’ambito dell’arte sacra è la figura umana che merita priorità

Presepio, nuova storia per l'arte

E parla, perchè la religione cristiana è religione dell’immagine, e quando la figura ha un volto, mostra anche un’anima. Poi però c’è l’estetica, ovvero la forza dell’opera stessa di suscitare nello spettatore sentimenti, emozioni, novità, sintonia di umanità e di verità. Ognuno ha differenti canoni culturali, ma tutti possono avere meraviglia. Il mosaico per l’arte, è capace di formidabile offerta estetica quando è frutto di umile ricerca di armonia, diventa dono per tutti e produce nuovo patrimonio per la comunità.

Il presepio di mosaico che illumina a Spilimbergo la piazza Duomo, inaugurato domenica 27 novembre e che rimarrà esposto fino al 5 febbraio prossimo, mostra una tradizione e una cultura di valori ancora più alte nella combinazione di maestria, significati e poesia. Sono 30 le figure di 7 gruppi tematici realizzate finora in mosaico di smalti veneziani fronte retro che ammaliano interpretando splendidamente il genius loci. Le 16 nuove di quest’anno, sempre in mosaico fronte e retro che dunque si fa scultura, mostrano annunciatori biblici, evangelisti e angeli musicanti. I tre profeti Michea, Isaia, Geremia sono vestiti di colori chiari e sfumati trattati nel modo del mosaico più antico, romano/bizantino, e con i rotoli di pergamena in mano.

I 4 evangelisti hanno i libri in mano che ne consentono il riconoscimento grazie ai loro simboli stilizzati in copertina, ciascuno con le vesti di una bicromia che porta ad esaltare la raffigurazione, un panneggio a sfumature di due colori forti e intensi perché forte e intensa di verità è la loro testimonianza di ciò che la nascita di Gesù ha comportato per ogni uomo, mentre la texture musiva, solo in apparenza semplicissima, dà il senso di trama del tessuto. Nove gli angeli musicanti perché 9 sono le schiere angeliche, cioè la moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio con l’angelo dell’annuncio ai pastori, come scrive l’evangelista Luca. Oggi più che mai è di aiuto ricordare quel “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”.

E gli angeli non potevano che essere più alti da terra: classici, rinascimentali e contemporanei, con vesti semplici ma preziose, fatte di ori colorati e smalti trasparenti che ne accentuano la luminosità, e suonatori perché non c’è festa senza musica e molti sono gli strumenti musicali citati nella bibbia, sempre per la lode e la festa.  Una sfida progettarli con strutture meno impattanti possibile e collocarli nel vuoto a 6 metri di altezza da terra senza architettura di supporto, pareti o cupole di chiese, come quelli affrescati da Luca Signorelli a Loreto ed Orvieto o da Gaudenzio Ferrari a Saronno. Ed è una prima volta nella storia dell’arte e del mosaico.

Così IL PRESEPIO DI MOSAICO di Spilimbergo è nuova e straordinaria opera di arte, una realizzazione corale e identitaria, complessa e laboriosa, con 35 mosaicisti e 36 aziende che hanno collaborato per le molte fasi di lavorazione, a partire dalla definizione del fronte-retro nei cartoni esecutivi. Eppure le figure esposte nutrono di luce occhi e mente, sono affascinanti in ogni momento del giorno e della notte, mostrano con maestria la grande possibilità del mosaico di inseguire la bellezza di tessera in tessera. Merita dunque recarsi di persona a guardare le singole figure e godere dell’offerta estetica e culturale della straordinaria e gioiosa scena natalizia.

Alessandro Serena

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