Nero, Capo in b, Capo deca: nei bar si ordina così

Nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia esiste un vero e proprio lessico del caffè da conoscere per entrare nel fascino della città

Nero, Capo in b, Capo deca: nei bar si ordina così

Un nero, grazie”, è questo è il modo per ordinare un caffè espresso a Trieste, dove esiste un vero e proprio lessico del caffè che vale solo per il capoluogo del Friuli Venezia Giulia.

Basta infatti allontanarsi pochi chilometri da Trieste, entrare in un bar caffè e ordinare: “Un nero, grazie”. Con sorpresa arriverà un bicchiere di vino rosso.  

Ma torniamo a Trieste. Qui il caffè ha una storia di lungo corso e si ordina così:

Nero: caffè espresso in tazzina,

Nero in b: caffè espresso in bicchierino di vetro,

Gocciato: caffè espresso con una goccia di latte caldo al centro,

Capo: espresso macchiato caldo in tazzina,

Capo in b: macchiato caldo servito in un bicchierino di vetro,

Deca: caffè espresso decaffeinato in tazzina,

Deca in b: caffè espresso decaffeinato in bicchierino di vetro,

Capo deca: un caffè espresso decaffeinato macchiato in tazzina,

Capo deca in b: caffè espresso decaffeinato macchiato in bicchierino di vetro,

Caffelatte: classico cappuccino.  

Il caffè è ottenuto dalla macinazione dei semi di alcune specie di piccoli alberi tropicali appartenenti alla famiglia botanica delle Rubiacee e al genere Coffea che comprende più di cento specie, alcune delle quali sono utilizzate per il caffè, le più diffuse sono l’arabica e la robusta.

L’arabica è originaria dell'Etiopia e della penisola arabica, è coltivata in Sud America, in modo particolare in Brasile, che è il principale produttore di caffè al mondo.  

Per lavorare i frutti ed estrarre i semi di caffè verde ci sono principalmente due modi: Lavato quando i frutti vengono spolpati, lavati e quindi i semi essiccati e infine decorticati per liberare i chicchi e Naturale, quando il frutto viene essiccato intero al sole fino a 20 giorni. Quando buccia, polpa e semi sono asciutti si usano le macchine decorticatrici.

Alla classificazione in base a forma e dimensioni seguono la tostatura dei semi o torrefazione, processo che dura 15 minuti circa e viene eseguita mediante correnti di aria calda a 240 °C. E’ così che i chicchi si trasformano in grani leggeri di color bruno intenso.  

Esistono molte leggende sull'origine del caffè. La più conosciuta parla di un pastore chiamato Kaldi che portava a pascolare le capre in Etiopia. Un giorno queste incontrando una pianta di caffè cominciarono a mangiarne le bacche e a masticarne le foglie. Arrivata la notte, le capre, anziché dormire, si misero a vagabondare con energia e vivacità mai espressa fino ad allora. Vedendo questo, il pastore ne individuò la ragione e abbrustolì i semi della pianta come quelli mangiati dal suo gregge, poi li macinò e ne fece un'infusione, ottenendo il caffè.  

I primi a descrivere la pianta del caffè in Europa furono il tedesco Léonard Rauwolf e l’italiano Prospero Alpini.        

Dopo il tè, il caffè è la bevanda più amata al mondo, le declinazioni più conosciute sono l'espresso, l’americano, il turco e il greco.

E’ ricco di antiossidanti, ma va consumato in dosi moderate.

Il caffè è anche protagonista di numerose ricette in cucina.    

Tags: Brasile, Etiopia, caffè, Trieste, Capo in b, Friuli Venezia Giulia, Promoturismo FVG, Léonard Rauwolf, Prospero Alpini

Autore: megazine@megmarket.it

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