È tempo di tartufi

Nell'antichità il pregiato tubero veniva descritto come la "quinta essenza che provoca sull'essere umano un effetto estatico”.

È tempo di tartufi

Il tartufo in realtà è un fungo che vive sotto terra vicino alle radici degli alberi. Quando giunge a maturazione emana un tipico profumo penetrante e persistente facilmente riconosciuto dagli animali selvatici (maiale, cinghiale, tasso, ghiro, volpe), mentre l'uomo riesce a individuarlo solo grazie ad una grande esperienza e all’aiuto dei cani o dei maiali da tartufo.

Le prime notizie certe sul tartufo compaiono nel I° sec. d.C. nella Naturalis Historia, di Plinio il Vecchio e sembra che nel corso della storia il tartufo sia sempre stato un cibo altamente apprezzato, soprattutto nelle mense di nobili e alti prelati per via del suo aroma, una sorta di "quinta essenza che provoca sull'essere umano un effetto estatico”.

Ne esistono diverse varietà: il più famoso è il Tartufo Bianco che si raccoglie tra fine settembre e gennaio e cresce in simbiosi con le radici di rovere, quercia, nocciolo e pioppo; il Tartufo Nero Pregiato si raccoglie tra dicembre e marzo e predilige il leccio, il tiglio, la quercia e il carpino, mentre il Tartufo Nero d’Estate si raccoglie da giugno a fine agosto.

In tutta la nostra penisola, lungo la dorsale appenninica, si trovano ricche tartufaie di diverse qualità e pregio.

Il prezzo naturalmente lo fa il mercato secondo la disponibilità del prodotto ed esiste una vera e propria Borsa del Tartufo che nel periodo autunnale ne determina settimanalmente la quotazione.

Al netto delle fisiologiche oscillazioni, i prezzi del tartufo bianco si attestano generalmente sulle seguenti cifre: pezzature piccole (da 0 a 19 grammi) 1200 euro al chilo; pezzature medie (da 20 a 49 grammi) 1.600 euro al chilo e pezzature grandi (dai 50 grammi a salire) 2mila euro al chilo.

L'Italia è il primo produttore e esportatore al mondo del tuber magnatum bianco, ossia il famoso tartufo bianco.

M.N. megazine@megmarket.it

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