La salita al Col du Galibier

La strada si inerpica in un paesaggio particolarmente austero, quasi desolato, se non fosse per i massicci montuosi imponenti, bellissimi, che insieme alle nubi fanno da sfondo all’ultima parte dell’ascesa

La salita al Col du Galibier

Il tempo di cambiarmi, mangiare qualcosa, bere un caffè, le foto di rito e via, giù verso S. Michel de Maurienne dove ho imboccato la strada verso un altro ‘’gigante’’ il Galibier.

L’ascesa completa comincia a ai 710 metri di Saint Michel de Maurienne nell’omonima valle, e include il Col du Télégraphe.

L’intera ascesa misura in tutto 35 chilometri, compresa la discesa di 5 chilometri, che dalla cima del Télégraphe porta fino a Valloire, da dove la strada riprende a salire verso il Col du Galibier.

Il Col du Télégraphe già di per sé costituisce una salita di tutto rispetto; pur non essendo mai proibitiva richiede una certa cautela nell’affrontarla. Oltre alla lunghezza ragguardevole - sono poco meno di 12 chilometri- presenta una pendenza media già impegnativa, superiore al 7%; ma è soprattutto l’abbinamento con il Galibier a renderla più impegnativa.

La strada si inerpica in un paesaggio particolarmente austero, quasi desolato, se non fosse per i massicci montuosi imponenti, bellissimi, che insieme alle nubi fanno da sfondo all’ultima parte dell’ascesa, che si mostra qui in tutta la sua asprezza, tornante dopo tornante, fino all’ultima impennata finale, proprio sotto il passo.

Pur essendo severe, le pendenze non sono proibitive in assoluto, ma è la stanchezza accumulata nel corso giorni precedenti e il peso del carrello (35 kg) a renderle in qualche modo micidiali, anche perché fino alla fine non c’è possibilità di recuperare e lo sforzo diventa sempre più estenuante.

A un chilometro dalla vetta si trova il tunnel che porta le auto direttamente dall’altra parte, verso il Col du Lautaret.

Io invece ho continuato a salire verso l’ultima terribile impennata, con tre tornanti ravvicinati e assai ripidi: qui le pendenze diventano asfissianti, le forze sono al lumicino e finalmente, dopo l’ultimo tornante, intravvedo il cartello del Passo e tra applausi e complimenti sono arrivato in cima.

La soddisfazione è stata immensa tantissimi ciclisti e motociclisti mi chiedevano della traversata e molti i complimenti, i ‘’bravò’’e ‘’superb’’ erano le parole che mi venivano rivolte oltre alle strette di mano e pacche sulle spalle.

Tag: Giovanni Panzera, Col du Galibier

Autore: Giovanni Panzera megazine@megmarket.it 

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