Vincenzo Colucci: "Tutti siamo chiamati a cambiare le abitudini. Ogni trasformazione è un nuovo inizio"

"E' fondamentale per tutti aumentare il consumo di frutta e verdura perchè garantiscono un adeguato apporto di vitamine e sali minerali"

Vincenzo Colucci: "Tutti siamo chiamati a cambiare le abitudini. Ogni trasformazione è un nuovo inizio"

Il venerdì il Megazine dedica uno speciale alla Salute e Benessere.

Oggi il dottor Vincenzo Colucci, cardiochirurgo molto stimato per la sua professionalità e umanità, ci parla di Covid e ci offre alcuni importanti consigli.

Dottor Colucci, fra le tante cose dette, scritte, sentite: che cos’è esattamente il COVID?

La COVID-19 è una malattia infettiva respiratoria causata dal virus denominato SARS-CoV-2 appartenente alla famiglia dei coronavirus. Tale malattia non determina solamente un danno polmonare acuto, danno microvascolare o trombosi. Studi hanno evidenziato importanti alterazioni, oltre che di polmoni e cuore, anche a carico di fegato, reni, milza, midollo osseo e del sistema nervoso centrale.

E’ una malattia molto contagiosa, soprattutto declinata nelle sue recenti varianti, ma con una letalità piuttosto limitata, nonostante l’elevato numero di decessi registrato, sia per la grande presenza di casi asintomatici o con pochi disturbi, sia per la progressiva e più tempestiva ottimizzazione e applicazione di protocolli terapeutici efficaci. Inizialmente, il tasso di letalità sembrava molto elevato (9-11%) ma, a distanza di un anno, il tasso di letalità effettivo sembra essere intorno al 2%. La letalità, inoltre, è correlata all’età, alla fragilità, alla presenza di una o più malattie associate. La maggiore contagiosità delle recenti varianti ha abbassato l’età dei soggetti sintomatici ma non sembra al momento correlata a maggiore gravità. Il caos determinato da questa infezione è da correlarsi prevalentemente al notevole impatto che tale infezione ha avuto sui servizi sanitari nazionali con una occupazione eccessiva, talvolta completa, di posti letto sia in rianimazione che nei reparti ospedalieri, obbligando di conseguenza a chiusure generalizzate e/o mirate per limitare lo “stress test” dei sistemi sanitari.

Da medico come ha vissuto e come vive il periodo?

Innanzitutto, sono rimasto basito dalla sottovalutazione iniziale della malattia, nonostante le prime notizie “non ufficiali” provenienti dalla Cina, e dal conseguente notevole ritardo che i Paesi Europei, l’Italia in testa, hanno dimostrato nell’affrontarla. Pur in assenza di un piano pandemico recente, tutti i piani pandemici prevedono almeno due misure fondamentali: l’approvvigionamento di adeguati sistemi di protezione individuale e il distanziamento sociale che trova la sua massima espressione di efficacia nella chiusura di quasi tutte le attività, meglio conosciuta come “lockdown”. Tali misure dovrebbero essere adottate con adeguato anticipo rispetto alla comparsa o, peggio, all’estensione dell’epidemia/pandemia. Abbiamo affrontato le “ondate” riducendo l’attività assistenziale e di cura per molte patologie per poter sopperire alle carenze strutturali e di organici della sanità, con relative conseguenze. Ci siamo adoperati collaborando con gli specialisti delle malattie infettive per coprire i turni che per loro diventavano sempre più umanamente insostenibili.

Abbiamo fatto e continuiamo a fare il nostro dovere, o forse più, con la solita dedizione che il personale sanitario ha nei confronti dei malati.

Ci sarà un momento in cui tutto dovrà essere chiarito, ma soprattutto dovrà esserci un sostanziale cambio di rotta nel ripensare una futura sanità pubblica, territoriale e ospedaliera.

Quale lezione dobbiamo apprendere da questo momento?

La sanità pubblica è un valore. In assenza di una sanità efficiente, l’economia, la socialità, le libertà diventano vittime della malattia e non solo. Competenza e professionalità sono prioritarie nella classe dirigente politica. La sfida della sanità pubblica consisterà nel produrre una sanità efficace e flessibile nell’affrontare epidemie e pandemie, pronta a intervenire su eventi straordinari senza rinunciare a curare patologie che altrimenti possono contribuire a innalzare ulteriormente i tassi di mortalità nella popolazione. Il lockdown totale ha un senso prevalentemente nella fase iniziale per limitare la diffusione, comprendere la malattia e mettere in atto tutte le misure per contrastarla. Chiusure successive hanno poco senso, come dimostrato dalla irrisolta situazione attuale, se non per coprire le difficoltà gestionali e di un servizio sanitario pur ottimale ma limitato dalla mancanza di investimenti. Dobbiamo imparare a convivere con i virus e, come va oggi di moda dire, pensare che i virus da pandemici diventeranno sempre più endemici. Inoltre, potrebbe essere ipotizzabile sfruttare al meglio le potenzialità dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare, con investimenti mirati, per studiare e formulare antidoti, cure, vaccini contro virus e batteri che possono determinare epidemie e pandemie di questo rilievo: la grande sfida non è solo formulare un vaccino efficace e sicuro, ma produrlo in grandi quantità, distribuirlo e somministrarlo.

Infine, non deve passare in ultimo piano l’esplosione di malattie mentali durante quest’ultimo anno. Le emozioni negative indotte dalla pandemia hanno portato allo sviluppo e al marcato incremento di veri e propri stati ansioso-depressivi: questa pandemia ci offre l’opportunità di pensare che prevenzione e salute vogliono dire anche e soprattutto benessere emotivo, che le politiche sanitarie devono tutelare.

Quali consigli per tutti?

Vaccinarsi appena possibile. Il virus Sars-Cov-2 muta costantemente ma non ha ancora ridotto definitivamente la sua virulenza: ci vorranno forse altri mesi o addirittura anni. In pratica, dobbiamo imparare a conviverci, rispettare le misure prudenziali e, soprattutto, curare a casa. Alla luce dell’attuale situazione epidemiologica che vede la comparsa e la circolazione di nuove varianti virali, anche se la protezione vaccinale potrebbe essere inferiore a quella teorica ed esercitata rispetto al ceppo virale originario, la vaccinazione è un passaggio fondamentale per rendere il virus sempre più innocuo e meno impattante su salute, sistemi sanitari, socialità ed economia. Le aziende farmaceutiche dovranno impegnarsi a formulare vaccini sempre più efficaci e i Governi dovranno verosimilmente predisporre cicli vaccinali periodici perché questa malattia o malattie similari potrebbero sostituirsi alla “normale” influenza stagionale.

E’ fondamentale, pur se vaccinati, inizialmente continuare nella nostra vita quotidiana ad osservare tutte le misure di prevenzione quali l’uso di mascherine appropriate e l’igiene delle mani, finché “l’immunità di gregge” sarà ottenuta e mantenuta. Riaprire in sicurezza è possibile, se ognuno di noi, a tutti i livelli, farà il suo dovere.

Infine, non sono un nutrizionista ma, sotto il profilo alimentare, il mio modesto consiglio è di aumentare l’apporto di tutte le vitamine e, a tal fine, il consumo di frutta e verdura garantisce un adeguato apporto di vitamine e sali minerali.

Tag: Vincenzo Colucci, salute, Covid, benessere, vaccini

Autore: Vincenzo Colucci megazine@megmarket.it 

 

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