Il mondo del lavoro storicamente è stato sempre in continua trasformazione. Ai tempi di mio nonno, parliamo agli inizi del 1900, anche nei centri rurali minori come erano quelli della mia terra d’origine, la pianura Pontina e i Monti Lepini, iniziarono a fare la loro timida comparsa i trattori per arare i campi. I braccianti del posto, come prima reazione ebbero quella di tentare di distruggerli, perché pensavano che avrebbero tolto loro il lavoro.
La storia successiva invece ci ha insegnato che i mezzi meccanici non solo non hanno cancellato posti di lavoro ma, addirittura, hanno consentito alle persone di alleviare la dura fatica dei lavori, soprattutto di quelli più disumani e di intraprende essi stessi delle piccole attività in proprio, consentendo così di migliorare notevolmente le loro condizioni economiche e di benessere generale.
Guardando il presente, con un occhio rivolto al futuro, dobbiamo renderci conto che oggi non vi può essere sviluppo e miglioramento delle condizioni di lavoro se non si mettono al primo posto la formazione continua delle persone e il costante aggiornamento dei mezzi di produzione (materiali e immateriali come l’intelligenza artificiale e la realtà aumentata e così via).
Tutto deve essere volto ad affrontare e guidare lo sviluppo futuro del lavoro e delle professioni.
Oggi dobbiamo tenere conto che ormai non è importante il luogo dove crei un bene o un servizio, ma come lo produci, la sua qualità, la sua innovazione rispetto a quella dei competitor. La continua dematerializzazione dell’economia e conseguentemente dei fenomeni sociali, ci porterà verso un mondo di consumatori/produttori che opereranno su scala globale, basti pensare alla rivoluzione che stanno determinando le stampanti tridimensionali (si può ideare e progettare un bene a Perlo e farlo stampare -vendendolo- a New York).
Produrre e consegnare il tutto il mondo non è più un problema. La pandemia del Covid, del resto, con il lockdown ce l’ha dimostrato.
E qui si apre un capitolo nuovo per tutti i meravigliosi piccoli borghi che costituiscono l’ossatura possente della cultura millenaria del nostro incantevole Paese.
Autore: Giuseppe Filippi megazine@megmarket.it