Castello di Monterinaldi: vini nobili in Radda di Chianti

Intervista a Daniele Ciampi

Castello di Monterinaldi: vini nobili in Radda di Chianti

Nel cuore dei maestosi vigneti toscani spicca l’eleganza del Castello Monterinaldi.

Di proprietà della famiglia Ciampi, dal 1961. L’azienda è guidata da Daniele e Maddalena che si dedicano alla vinificazione con particolare attenzione alla sostenibilità e all'ambiente.

 

1. Buongiorno Daniele. La vostra è un’azienda storica, quando nasce la Cantina del Castello di Monterinaldi?

Quando il commendatore Remo Ciampi, Toscano di origine ma trasferitosi in Piemonte per lavoro, decise, nel 1961, di acquistare un pezzo di campagna Toscana dove rifugiarsi nei weekend per godere della sua tranquillità. A quel tempo vigeva ancora il regime di mezzadria perciò, insieme alla Villa Pesanella (al centro dell'azienda tutt'oggi) che aveva scelto come residenza di campagna, Remo acquistò anche i terreni coltivati dai mezzadri. Ed è qui che la storia cambiò, per amore: una volta assaporato il piacere della terra e della coltivazione, Remo non poté più farne a meno. Si innamorò a tal punto della campagna chiantigiana che dopo pochi anni si trasferì in Toscana con tutta la famiglia per iniziare una nuova grande avventura: quella della produzione del vino. Attualmente le redini dell'azienda sono in mano a me che sono suo figlio. Negli ultimi anni sono riuscito ad apportare tanto sviluppo, novità, attenzione, e qualità in più. 

2. Qual è il segreto del vostro successo?

Sicuramente la lentezza e la costanza nel fare le cose: in agricoltura - e specialmente nella coltivazione della vite e produzione di vini - negli anni abbiamo imparato negli anni molte cose, ma la più importante è di rispettare i ritmi che la natura ci impone, sempre procedendo con passo costante. Il nostro simbolo aziendale, proprio per questo, è la tartaruga che rappresenta in modo eccellente questo concetto.

3. Quali sono le esperienze che offrite?

Ce ne sono diverse, dalle degustazioni semplici ai pranzi preparati dalla nostra cuoca con ingredienti freschi e stagionali in abbinamento ai diversi vini. Offriamo anche esperienze veramente uniche: per citarne una su tutte, quella dell'"Enologo per un giorno". Si tratta di una esperienza unica che prevede la creazione del proprio "blend" personale, decisa direttamente dai clienti, aiutati e supportati dall'esperienza del nostro enologo. I clienti hanno a disposizione 5 vini da 5 vitigni in purezza (Sangiovese, Merlot, Syrah, Cabernet e Gamay) coltivati nella proprietà. Dopo aver assaggiato e descritto i 5 vini apprezzandone le diverse caratteristiche, vengono provati diversi blend fino a trovare quello "perfetto" per il cliente stesso. Un lotto di bottiglie del blend scelto dai clienti viene spedito direttamente a casa con la propria etichetta personalizzata.

4. Ci parli del Gotto di Gottifredo - Toscana IGT.

Questo vino è dedicato al Conte Gottifredo Gottizio. L'insediamento del Castello di Monte Rinaldi si trova al centro della zona storica più antica del Chianti Classico, tra Panzano e Radda in Chianti. La storia narra che alle origini di questo antico luogo (1010 d.C.) starebbe un “Conte Gottifredo, di stirpe longobarda e signore di Monte Rinaldi” che diede nome al luogo e pose le fondamenta del Castello di Monterinaldi. Abbiamo scoperto la sua storia e, affascinati da essa, abbiamo voluto dedicargli un vino, giocando anche sul suo nome: il gotto di vino in Toscana è sempre associato ad un vino di giovane e di pronta beva proprio come il Gotto di Gottifredo!

5. Come si degusta e con cosa si abbina? Qualche consiglio per i nostri lettori.

Il Gotto di Gottifredo è un 100% Sangiovese da vigneti giovani, fermentato e maturato in vasche di cemento senza l'uso del legno. Un vino pieno di frutto croccante con la ciliegia in evidenza e la viola mammola a seguire. Buona freschezza tipica del Sangiovese giovane, che pulisce il palato in maniera perfetta specialmente se abbinato a preparazioni semplici della cucina Toscana quali: pasta al ragù o antipasti a base di salumi e/o pecorini giovani. Da provare anche con una bella bistecca alla fiorentina!

Bettina Mamini

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