Una volta si chiamavano “mercatini delle pulci” e i più romantici erano quelli di Parigi, i colorati ‘marchés aux pouces’ lungo la Senna dove si trovava un po’ di tutto, rigorosamente di seconda mano, nell’atmosfera bohémienne della capitale francese.
Pian piano la tendenza della “moda vintage”, con i capi di seconda mano, si è diffusa anche da noi, facendosi largo tra i giovani e anche tra coloro che non hanno normalmente l’abitudine al risparmio.
Le motivazioni per comperare capi, accessori e oggetti usati sono diverse, prima fra tutte la volontà di superare il consumismo dell’usa e getta a favore del riciclo, riutilizzando ciò che può avere una nuova vita, nel rispetto della sostenibilità.
E dunque, complici anche la crisi economica e la consapevolezza del valore dell'economia circolare, il settore del Second Hand sta spopolando sia nei negozi che online.
Guadagnare qualche extra facendo spazio nei propri armadi è ormai un’abitudine e molte sono le app create per far incontrare domanda e offerta.
L’indagine “La Second Hand ai tempi di Covid-19”, condotta a novembre 2020 da BVA Doxa, ha evidenziato come il 67 per cento degli italiani abbia acquistato o venduto almeno un oggetto usato da marzo a oggi, un dato in forte aumento rispetto al 49 per cento del 2019.
Praticamente sette italiani su 10 vendono e comprano oggetti di seconda mano, muovendo un indotto economico di tutto rispetto.
Sono dati molto positivi e che si tratti della ricerca di un approccio fashion più responsabile, della lotta allo spreco, della volontà di agire concretamente attuando comportamenti virtuosi, oppure solo di un modo per risparmiare, ha poca importanza, poichè a beneficiarne è l’intero pianeta e quindi ciascuno di noi.
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Autore: M. N. megazine@megmarket.it