Dal Mercato

Pietro Claudio Labanca: "Cara Nonna, ti dedico la mia pasta"

"Cucinare è l'atto di amore di chi ama la vita", dice il giovane lucano che sogna la tecnologia applicata alla tradizione

Pietro Claudio Labanca: "Cara Nonna, ti dedico la mia pasta"

L'Italia è un Paese ricco di talenti nelle professioni e nei mestieri. Ci sono tante persone che sentono una vocazione e con dedizione percorrono un cammino. Questo accade in tutto e nell'enogastronomia in particolare.

"Chi mangia la mia pasta scopre la mia anima", dice Pietro Claudio Labanca che ha realizzato il suo sogno: fare la pasta nel nome della nonna paterna.

Un nome che suona bene, si accosta facilmente a un prodotto alimentare, con una fonetica semplice e perfetta per una pasta secca artigianale italiana.

"Mia nonna Caterina è un mito indiscusso - aggiunge Pietro Claudio -. Una donna energica che ha cresciuto sei figli con tante fatiche. Grande Maestra Gelataia. Ancora oggi, che ha 88 anni, in paese si parla del suo gelato. Con un carattere battagliero e forte è un monito giornaliero per il mio lavoro e per la mia vita".

Famiglia, sacrificio, curiosità e buona volontà: è così che Pietro ha iniziato la sua sfida.

Pietro, lei é molto giovane. Quando ha iniziato la produzione di pasta?

Ho iniziato la produzione della pasta trafilata in bronzo e essiccata lentamente a bassa temperatura circa sei anni fa, cambiando decisamente rotta rispetto all'asset famigliare che da ben tre generazioni opera nel settore dell'edilizia. Ho da sempre una grande passione per la cucina e ho deciso di seguirla.

Quali paste realizza?

Attualmente abbiamo all'attivo 45 formati suddivisi in 5 categorie: corta, lunga, piccola, formati speciali e formati giganti, con una buona rotazione del tipo stagionale a seconda delle richieste di mercato.  

Qual è la sua preferita?

Ho due formati che porto nel cuore. I primi sono gli Gnocchetti Sardi, frutto di un esperimento riuscito tra me e un'azienda che produce le nostre trafile. Abbiamo spinto al massimo le potenzialità di un formato piccolo, ma deciso, con note croccanti al morso e dal sapore intenso. La seconda è una vera e propria conquista, quel percorso in salita che ognuno di noi fa e che più in alto sale e più bella sarà la visuale. Parlo della produzione della pasta lunga, nello specifico degli spaghetti. Dietro alla produzione del formato per eccellenza, che identifica l'Italia nel mondo intero, vi è stata una lunga fatica costata diversi quintali di semola e mesi di sperimentazione per arrivare a un processo produttivo tecnicamente perfetto, dal risultato poi ancor più soddisfacente. Credo che avere in pugno la tecnica produttiva della pasta lunga, oggetto di continui studi migliorativi, sia un caposaldo di tutti i veri pastai italiani.

E il suo condimento preferito?

E’ quello alla genovese, ricco di sapori, così in tema con il nostro Fusillone N°22 Caterina. Una combinazione perfetta.

Lei cucina?

Mi diletto volentieri a cucinare, e talvolta mi diletto abbastanza bene. Credo che cucinare sia un atto di amore, e pertanto essendo innamorato della vita posso affermare che entrambe le cose mi riescono.

Qual è il sul sogno nel cassetto?

I sogni aiutano a migliorare l'esistenza terrena, e talvolta anche se non si realizzano appieno, prendono forme quasi simili. Il pastificio è un sogno realizzato. Attualmente sogno un’evoluzione in termini di tecnologie, applicate alla tradizione e al senso pratico che la pasta manifesta quotidianamente, ma che non limiti quella voglia di spingere al massimo la tecnicità produttiva.

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Autore: Redazione megazine@megmarket.it